Nel precedente articolo abbiamo parlato del movimento Black Lives Matters e di perché la nazionale italiana di calcio non si sarebbe dovuta inginocchiare. Torniamo in Europa e parliamo in particolare della campagna contro il razzismo promossa dalla UEFA, l’organizzatrice degli Europei 2020.

La UEFA contro il razzismo

La UEFA ha avviato la propria campagna contro il razzismo in occasione di Euro 2008 con l’aiuto della Fondazione Euro-Sportring creata negli anni ’60 con l’obiettivo di eliminare i confini, in modo che il gioco potesse contribuire alla coesione sociale dell’Europa. Ricordo, a scanso di equivoci, che il movimento “pacifista” BLM è nato nel 2013.

La UEFA ha già una campagna contro il razzismo che opera da molto prima del BLM e scinde da tutte le mode o vicissitudini nate dopo i fatti di Minneapolis. Infatti, ogni nazionale che prende parte al torneo europeo accetta senza condizioni anche la campagna contro il razzismo. Insomma, ogni giocatore che sia ungherese, italiano o belga ha già contribuito alla lotta contro il razzismo esponendo lo stemma “Respect” sulla maglia da gioco. Sicuramente non è un contributo notevole o addirittura sufficiente da parte dei giocatori, ma nemmeno quello di inginocchiarsi lo è. Siamo tutti d’accordo che il razzismo è subdolo ed esce sempre in momenti di gravi tensioni sociali, ma non sarà né un ginocchio a terra o uno stemma a sconfiggerlo.

Se non ti inginocchi sei razzista

Oramai nel mondo dei social network è un mantra “se non ti inginocchi sei razzista”, niente di più falso. Come abbiamo visto, anche la UEFA, partecipa già attivamente alla lotta contro il razzismo e di riflesso ognuno di noi quando indossa una maglia della nazionale con lo stemma “Respect”. Cosa succede però se proviamo a spiegare che non vuol dire essere a favore del razzismo se siamo contro il BLM? Semplicemente, sei oscurato, messo da parte, ammutolito. La dittatura del politicamente corretto è ciò che ti aspetta qualora volessi dire la tua, magari argomentando. Questo è realtà, lo spiega bene la decisione della Football Association che ha chiesto agli addetti ai lavori del Wembley Stadium di alzare il volume della musica con lo scopo di attutire i fischi dei tifosi nel momento in cui la Nazionale inglese si metterà in ginocchio per aderire al movimento BLM.

Giustizia per George Floyd

L’afro-americano ucciso durante il fermo dall’agente Derek Chauvin che si era inginocchiato sul collo della vittima fino ad ucciderlo ha ricevuto giustizia, con i tempi che questa richiede ovunque. Il poliziotto ha ricevuto una condanna a 22 anni e mezzo per l’omicidio di George Floyd, oltre ad essersi separato dalla coniuge (per volere della stessa) successivamente ai fatti di Minneapolis. Insomma, il sistema americano ha assicurato alla giustizia questo uomo che ha avuto sicuramente le sue colpe, come testimonia il processo. Giustizia è stata fatta.

Conclusioni

Ancora una volta il politicamente corretto porta avanti una battaglia ideologica. La sensazione è che ora, certe lotte, facciano più rumore di altre perché il terreno di scontro è impari. La sinistra è indietro ovunque in Europa: in Germania si conferma il CDX della CDU, in Francia vince la Destra neogollista, in Italia il CDX si avvicina sempre più alla maggioranza. Sara quindi per i recenti risultati che queste lotte fanno più rumore e hanno sempre più spazio sui giornali e sulle televisioni? Non lo sappiamo, forse è semplicemente una lobby come altre. Per il momento dobbiamo stringerci in formazione, lottare affinché ci sia una visione critica e che sia diversa dal “pensiero unico”.