“Ricambio generazionale: pronti, partenza, via!”: un convegno, organizzato in occasione del campus Obiettivo 5 con il Corriere della Sera e Le Contemporanee, che vedeva come ospiti, tra gli altri, giovani che avrebbero parlato per i giovani, universitari che avrebbero aiutato altri universitari ad affrontare un cammino così delicato come quello della crescita. Un unico problema: questi giovani fanno parte di Azione Universitaria, un’associazione di destra che, per i collettivi di estrema sinistra, non si può esprimere. Per i Kompagni, coloro che vengono appellati come “fascisti” dovrebbero stare fuori dalle università. Con questa mentalità, organizzare un evento per loro risulta al limite dell’oltraggioso. E questa loro visione è stata chiaramente dimostrata con i fatti dello scorso 8 Marzo, quando si sarebbe dovuto svolgere (e, alla fine, è stato svolto con meritevole successo) il convegno precedentemente citato.

Quel venerdì pomeriggio, avevano raggiunto La Sapienza per prendere parte al dibattito le rappresentanze più diverse, da Federico Rocca, consigliere comunale di FdI, fino a Flavia Perina, ex direttrice del Secolo d’Italia. Figure con ideologie differenti, lì presenti per un semplice motivo: favorire lo scambio fra riflessioni della gioventù, a cui si erano appena aperte le porte del cosiddetto “mondo dei grandi”, e, invece, i loro punti di vista, influenzati dall’esperienza che li aveva accompagnati fino a lì. Tra gli ospiti, però, guizzava un nome che ha fatto sì che i collettivi perdessero veramente le staffe. Il personaggio tanto temuto era David Parenzo, giornalista di La7 e de La Zanzara che, nonostante le sue simpatie per la fazione politica di sinistra, per i pro-Palestina pecca di un grave difetto: è ebreo senza averne fatto mai un mistero, dimostrandosi, nel panorama italiano, uno dei principali difensori della causa relativa agli avvenimenti del 7 Ottobre scorso, nonostante le forti critiche nei confronti del comportamento attuato in merito dal Premier Netanyahu. In questo periodo storico, in un’ottica chiusa come quella dei Kompagni, se “essere di destra” è uguale a “fascista”, “essere ebreo” corrisponde automaticamente a “sionista”, “contrario alla causa di Gaza”. Ed è in questo modo che, una volta cominciato il convegno, la bandiera della Palestina viene fatta sventolare da un gruppo di ragazzi al grido: “Parenzo razzista! Via Parenzo dall’università!”.

La baraonda colpisce l’aula: tra le proteste dei giovani al di fuori e le rivalse di quelli all’interno, quello che doveva essere un dibattito civile sulla visione della nuova generazione e sul suo futuro diventa al più presto un difendersi da attacchi privi di fondamento. Ma a Parenzo e ai rappresentanti di Azione Universitaria, invitati anche loro come ospiti, non viene concesso di parlare, non viene concesso di replicare alle accuse che gli vengono lanciate contro. Un macabro deja vú del 22 Ottobre 2022: in quella spiacevole mattinata, la “minaccia” da soffocare per i collettivi era rappresentata dalla “lode” al capitalismo che i giovani di destra avrebbero voluto portare all’interno della Facoltà di Scienze Politiche. Ovviamente “lode” priva di verità, a tal punto che il convegno era intitolato “Il capitalismo – il profilo nascosto del sistema”, a sottolinearne anche i lati oscuri, al fine di un’informazione oggettiva e concreta della realtà. Anche in quel caso, come è avvenuto per l’8 Marzo, la prepotenza ha cercato di scavalcare i buoni propositi, senza però riuscirci. Entrambi gli eventi sono stati conclusi grazie all’aiuto delle forze dell’ordine, senza le quali probabilmente l’esito sarebbe stato differente. 

Alla luce dei fatti illustrati, quest’articolo non vuole essere un attacco nei confronti di chi ha deciso di porsi come nemico di un’associazione soltanto perché “di destra”. Non vuole rappresentare neanche una sorta di difesa, perché chi trova la forza nel proprio credo e nelle proprie certezze, rispettando anche quelle altrui, non ha bisogno di giustificarsi nei confronti di chi tutte queste certezze sicuramente non le ha. Questa riflessione, quindi, nasce come un elogio. Un elogio ai ragazzi di Azione Universitaria che, nonostante il dispiacere nel vedere l’impegno posto per realizzare qualcosa di costruttivo tramutarsi in un disordine generale, hanno continuato per la loro strada a testa alta, con una sicurezza ogni volta più forte. Un elogio a questi stessi giovani che, anche se viene impedito loro di parlare, esprimeranno ugualmente le loro idee, per far sì che, un giorno, l’università possa essere effettivamente un luogo di confronto democratico, anche e soprattutto tra coloro che hanno visioni diverse. Un elogio a loro che, di fronte anche al boicottaggio, ai cartelloni con scritto: “Fuori i fascisti dall’università!”, lavoreranno costantemente per gli altri studenti con la passione e l’intraprendenza di chi vuole veramente veder cambiare la situazione e rendere un’università come la Sapienza, ateneo di fama internazionale, degna di questo titolo. Se finora, quindi,abbiamo assistito a tutto questo rumore da parte dei collettivi di estrema sinistra (che effettivamente non ha portato loro nessun risultato), un onesto elogio, a questo punto, ce lo possiamo sicuramente concedere. E questa volta non ci potrà zittire nessuno.

Vittoria Schina