La parola ”Patria”, etimologicamente parlando, significa ”la Terra dei Padri”. Vivere il patriottismo significa adattarsi allo squaglio solido della propria ancestralità, respirarne l’effluvio ed esserne in un certo senso ”romantici” e ”brilli”’. L’amor di Patriae è uno dei più nobili sentimenti viscerali che esista. Se un individuo non è stato educato a disprezzare il proprio popolo, o la propria patria, fintanto che il primo sarà ospitale e caloroso nei suoi confronti, svilupperà una sensazione di profondo attaccamento più o meno mistico. Una sensazione che non esito a descrivere come filiale. Questo è anche il motivo per cui in molti paesi e popoli parliamo di “Madre Terra”. Il patriottismo è il pilastro fondamentale di una Nazione, soprattutto dinanzi alle avversità. È tanto per la sua sopravvivenza quanto per la sua grandezza. Senza patriottismo, oltre a una serie di altri valori e virtù, un popolo, una nazione o una civiltà si sbriciolano ed evaporano rapidamente. Nei secoli, i più grandi patrioti, nonostante abbiano usato vari mezzi, spesso militari e violenti, hanno lavorato per quello che consideravano “il più grande bene” della gente, che potremmo definire dal greco ”politeia” (partecipazione del cittadino), da cui deriva il termine politica .

L’amor di Patriae da parte di un cittadino è una necessità assoluta, un’esigenza vitale, soprattutto per resistere alle predazioni esogene o internazionali.
Questo è il motivo per cui il nemico di un popolo o di una nazione non cesserà mai di annichilire il patriottismo per estrarlo con le pinze. Da questo punto di vista, una buona frangia della nuova generazione, la mia, la vostra, è un perfetto sradicamento ontologico. In un profondo stato latente d’indottrinamento assoluto, siamo stati instillati con un certo disprezzo verso noi stessi, verso un destino comune, verso questa Terra eterna dei padri. L’indottrinamento è un veleno alienante che c’induce sino alla depigmentazione della nostra stessa storia, delle nostre glorie e sconfitte.

Secondo un certo pensiero conformistico, il patriottismo equivarrebbe a negazione dell’altro o prevaricazione assoluta. E’ un folle deleterio amalgamare, o meglio, paragonare un sentimento naturale consustanziale all’Uomo, con lo sciovinismo. Patriottismo significa amare incommensurabilmente il proprio suolo senza negare le realtà multipolari del globo. Si è dei patrioti dal momento in cui si è coscienti del fatto che siamo prima adepti di questa Umanità. E da una parte, lo sciovinismo è voler prevaricare, imporre la propria superiorità sull’altro. In altre parole, la fase parossistica ed esacerbante del nazionalismo, nulla a che vedere con il patriottismo.


Le menti sono state pervertite e programmate spesso dall’impatto alieno ed alienante che hanno i mass-media o internet nei confronti della gioventù. Attraverso quest’ultimi, viene esaltata una certa idolatria coatta per il mondo circostante. Ciò non è sbagliato, ma saremo propensi ad amare l’Umanità intera quando avremo uno spirito più acceso di patriottismo e ri-attizzeremo la fiamma identitaria-storica-culturale . Le anime sono svuotate dal loro conscio. Il materiale d’idealizzazione di sé stessi è diminuito di fronte alle attuali ondate trans-culturali.
Il patriottismo è inerente alla storia. È ovvio. Il patriottismo, la demofilia (l’amore per il proprio popolo ) è soprattutto amore per le proprie radici. Che siano afro-camitiche, greco-latine o indù. Il patriottismo è correlato alla venerazione per i grandi antenati del passato, i personaggi illustri che hanno fatto cose illustri. Anche se è sbagliato idealizzarli, se non rammentarli come figure badiali. Il sangue degli antenati, la storia, il suolo, lo spirito ontologico, sono tutte nozioni correlate. Da quest’ultime dobbiamo ripartire. Padroneggiare quella che definirei demosofia (conoscenza di sé). Dobbiamo esseri fieri della proliferazione eterna dei nostri antenati. Perché solo traendo ispirazione dalla loro morale, dai loro valori, dall’onore e il rispetto da loro tramandato, potremo costruire una Patriae consistente, resistente e non condiscende.

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