Venerdì 27 ottobre presso l’aula RE1 dell’edificio SSAS è andato in scena il convegno dal titolo “L’uso strumentale del linguaggio politico” con ospiti Daniele Capezzone e Piero Sansonetti. Il confronto tra due dei maggiori opinionisti della scena pubblica italiana si è svolto alla presenza di una grande partecipazione di pubblico tra cui anche alcune persone non appartenenti all’università e giornalisti. Il dibattito ha avuto alla base la presentazione del libro di Capezzone; “Basta con ‘sto Fascismo” [Recensione: Basta Cò Sto Fascismo di Arturo Maiorca n.d.r.] soffermandosi in primo luogo sulla XII disposizione transitoria e finale della costituzione italiana che recita nella sua completezza: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”. Spesso, come emerso dal dibattito, viene omessa la seconda parte per motivi politici. In secondo luogo si è esaminato la tematica della preparazione della classe dirigente italiana e l’incapacità di alcuni partiti di riconoscersi nelle loro ideologie originarie che hanno perso, dopo lo scandalo di Tangentopoli [Tangentopoli, l’inchiesta che cambiò l’Italia n.d.r.]  i valori con successiva impreparazione dei politici nell’affrontare le situazioni di politica nazionale e internazionale e che gli statisti (e non solo politici) della prima repubblica avevano nei rispettivi gruppi parlamentari.

Molto interessante un’altra osservazione riguardante questo tema per cui la classe politica negli ultimi anni, non ha condotto e perseguito la propria idea attraverso gli organi di stampa ufficiali e attraverso l’arte dell’eloquenza prendendosi le proprie responsabilità, ma per fare ciò, si è fatta influenzare dai sondaggi d’opinione sull’ indice di gradimento e alla conseguente volontà volatile dei cittadini che spesso non hanno avuto tutti gli strumenti necessari e predisposizione per guidare l’apparato nazionale  Durante il convegno poi, sono seguiti anche interventi del pubblico riguardanti al conflitto Israelo-Palestinese in atto, su cui i due hanno espresso la propria posizione e le proprie perplessità sul tema estremamente divisivo. Non sono mancate inoltre riflessioni della platea sullo sviluppo e lo stato dell’insegnamento del senso critico, tornato al centro del dibattito pubblico dopo la pubblicazione de “Il Mondo al contrario” del generale Roberto Vannacci, nelle scuole italiane. Applausi hanno accompagnato le affermazioni dei due ospiti che però non hanno trovato un accordo sul tema del capitalismo a causa della loro formazione politica. Daniele Capezzone, classe 1972, prende nel 1993 la tessera del partito radicale. Candidato alle elezioni politiche del 2006 nella lista di centro-sinistra l’Unione, viene eletto. In seguito si distingue per le sue politiche liberali in materia economica. Nel 2007 si astiene dal votare la fiducia al secondo esecutivo di Romano Prodi.

Successivamente esce dal gruppo parlamentare del partito Radicale, contestualmente alla sua decisione, si dimette anche da presidente della X commissione permanente della camera. Nel 2008 annuncia la sua adesione a Forza Italia, motivando la sua scelta con l’opposizione alla politica fiscale del governo Prodi II, di cui ne diviene portavoce nello stesso anno. L’anno successivo diviene il portavoce del Popolo delle Libertà. Nel 2013 viene eletto deputato, con la fine delle attività del Pdl passa a Forza Italia. Non si ricandida alle elezioni politiche del 2018. Parallelamente alla sua attività politica, Capezzone cura anche la sua carriera da opinionista e da saggista. Nello stesso anno diventa editorialista per “La Verità”. A settembre 2023 diventa direttore responsabile di Libero. Piero Sansonetti nato nel 1951 si iscrive all’età di 20 anni al PCI, di cui dirige la sezione universitaria romana durante gli “anni di piombo”. Nel 1975 inizia a lavorare per “L’Unità” scalando tutte le posizioni fino a diventarne vicedirettore nel 1990. Successivamente, per volontà di Fausto Bertinotti e Nichi Vendola, nel 2004 diventa direttore di “Liberazione”. Nel 2009 comincia a collaborare con “Il Riformista”. Nel 2014 diventa direttore de’ “Il Dubbio”. Finita quest’esperienza, nel 2019 torna alla direzione del “Il Riformista” collaborando come opinionista per le trasmissioni Mediaset. Sansonetti nel 2023 diventa direttore del quotidiano “L’Unità”.

Tornando all’evento del 27 ottobre, esso ha dimostrato come la divergenza di opinione non deve trasformarsi per forza di cose in violenza. Per questo vanno ringraziati gli organizzatori dell’evento di AU e i due ospiti, in particolare il direttore Sansonetti che accettando il nostro invito ha dimostrato in questa occasione di essere fedele ai principi della politica fatta di rispetto reciproco e dialogo. Da sottolineare l’atteggiamento molto disponibile dei due invitati nei confronti del pubblico. Grande assente il giornalista Luca Telese che per impedimenti lavorati “dell’ultimo momento” non ha potuto partecipare all’evento. Non ci sono verificati particolari momenti di tensione, questa volta, anche grazie alla presenza delle forze di polizia presente all’ingresso. Dopo ciò che è accaduto il 25 ottobre 2022, quando lo stesso Capezzone ospite della nostra associazione nella facoltà di Scienze Politiche è stato etichettato, come “Fascista” nei giorni precedenti all’evento e contestato violentemente da alcuni rappresentanti della sinistra extraparlamentare. Invito tutti al confronto nel rispetto dei principi democratici che caratterizzano la nostra nazione, sperando che un giorno non siano piu’ necessarie camion blindati e dispiegamento di ingenti forze per l’ordine pubblico per nessuna manifestazione o evento di stampo politico in Sapienza, ma seguire le parole del presidente Pertini: “Dico al mio avversario: io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi al prezzo della mia vita perché tu la tua idea la possa esprimere sempre liberamente”.

Aljosha Bromuro