Elon Musk e una serie di esperti del settore tech hanno firmato un appello per chiedere una pausa nello sviluppo dei potenti sistemi di intelligenza artificiale (Ai). Il motivo? Ci sono rischi per la società quindi serve tempo per organizzare regole di protezione.
La lettera aperta, firmata finora da più di mille persone tra cui il patron di Tesla e Twitter e il co- fondatore di Apple Steve Wozniak, è stata sollecitata dal rilascio di Gpt-4, l’ultimo modello di linguaggio di grandi dimensioni di OpenAI, azienda sponsorizzata da Microsoft che ha fatto sapere che il suo ultimo modello è molto più potente della versione precedente, utilizzata per alimentare Chat Gpt. «Questi sistemi di intelligenza artificiale possono comportare gravi rischi per la società e l’umanità», è il passaggio centrale della missiva intitolata Pause Giant AI Experiments del fondatore di Tesla. «I potenti sistemi di AI dovrebbero essere sviluppati solo quando saremo sicuri che i loro effetti saranno positivi e i loro rischi gestibili», hanno ammonito i firmatari. «Invitiamo tutti i laboratori di intelligenza artificiale a sospendere immediatamente per almeno sei mesi lo sviluppo di sistemi più potenti di Gpt-4», si legge ancora nella lettera, che chiede ai governi di intervenire e imporre una moratoria se le aziende non fossero d’accordo. I sei mesi dovrebbero essere utilizzati per sviluppare protocolli di sicurezza, sistemi di governance dell’AI e riorientare la ricerca per garantire che «i sistemi di intelligenza artificiale siano più accurati, sicuri, affidabili e leali».


Intanto in Italia, il Garante della Privacy ha deciso di fermare temporaneamente l’utilizzo dell’intelligenza artificiale fino a quando non verrà rispettata la normativa sulla privacy. Secondo il provvedimento emesso dal Garante, manca un’adeguata informativa agli utenti e a tutti gli interessati sui dati raccolti da OpenAI, oltre all’assenza di una base giuridica per la conservazione massiccia di dati personali. La perdita di dati riguardante le conversazioni degli utenti e le informazioni relative ai pagamenti degli abbonati al servizio a pagamento subita da Chat GPT il 20 marzo scorso ha sollevato ulteriori preoccupazioni sulla sicurezza. Inoltre, l’assenza di filtri per verificare l’età degli utenti, secondo le autorità, espone i minori a risposte inadeguate rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza. La piattaforma OpenAI è molto popolare in Italia, con il sito di OpenAI.com che è stato uno dei primi 150 siti più visitati nel Paese a gennaio. Finora il sito è ancora disponibile, ma OpenAI, che non ha una sede all’interno dell’Unione Europea (ha infatti solo un rappresentante nello spazio economico europeo), dovrà rispondere entro 20 giorni alle richieste del Garante, altrimenti rischia una sanzione fino a €20 milioni o fino al 4% del fatturato globale annuo.


Tuttavia il 30 marzo, un evento interessante si è verificato nella facoltà di psicologia della Cattolica di Milano, in cui dei ricercatori hanno aperto le porte dei loro laboratori per condurre un esperimento pubblico: una dimostrazione in cui, per la prima volta in Italia, un uomo e un robot integrato con Chat GPT, hanno dialogato tra loro senza la necessità che la macchina fosse stata in precedenza programmata. Programmazione che invece sarebbe stata necessaria con i software di intelligenza artificiale utilizzati fino ad oggi per dare la capacità di linguaggio a Nao.


Questa dimostrazione è stata resa possibile grazie alla robotica sociale. La robotica sociale studia e sviluppa macchine capaci di interagire con gli umani per applicazioni in diversi ambiti. Dalla scuola, all’assistenza agli anziani o ai disabili. A livello globale, il mercato dei robot sociali ha raggiunto nel 2022 un valore pari a 3,4 miliardi di dollari. È stato calcolato che il mercato raggiungerà i 17,2 miliardi di dollari entro il 2028, con un tasso di crescita aggregato (CAGR) del 30,7% nel periodo 2023-2028. In questo contesto, il gruppo di ricerca milanese guidato dalla professoressa Antonella Marchetti, che alla Cattolica dirige il dipartimento di Psicologia ed è responsabile dell’Unità di ricerca sulla Teoria della Mente, si propone di comprendere come i robot sociali possano collaborare con l’uomo in maniera sempre più funzionale e valida. Collaborazione che è stata messa in scena con successo nell’esperimento a porte aperte.

Salvatore Parrella