Come voi sono uno studente universitario anche io, prima triennale e ora magistrale. La sostanza non cambia, se non fosse che ho avuto modo di conoscere due diverse Università: l’università prima e dopo il COVID-19.

Lasciatevi dire che l’Ateneo ora è, per me, irriconoscibile sotto molti punti di vista. Quando iniziai a studiare l’edificio CU002 era composto principalmente da due aule, A e B. Oggi l’edificio è stato ampliato, ristrutturato e ammodernato. Nemmeno più gli uffici dei docenti sono dove erano prima. Insomma, un’altra facoltà, un’altra università.

Le aule A e B di Scienze Politiche erano terreno di guerra, facevano capo al più antico proverbio “chi prima arriva meglio alloggia”. Se tardavi di pochi minuti ti ritrovavi in fondo all’aula, nella cosiddetta “piccionaia”: un po’ come al terzo anello di San Siro.

La libertà dell’era precedente al COVID-19 la potremo riacquisire solamente tra qualche anno, le nostre abitudini sono cambiate, tra mascherine, gel e prenotazioni scaglionate è tutto più ansiogeno e meno semplice. La stessa università ha adottato dapprima la DAD, poi il ritorno a turnazioni (diviso in 4 settimane), poi il 50% (sempre con i turni) e ora si dirige verso il rientro in presenza di almeno l’80% della capienza. Insomma, il percorso è ancora lungo.

Il COVID-19 ci ha tolto un po’ di spensieratezza, la sigaretta e il caffè al bar tra una lezione e l’altra e la possibilità di stare vicini, troppo vicini, all’amica/o del cuore o alla ragazza o al ragazzo che ci piace. Tutti gesti che ci fanno male dentro ma di cui ora ci preoccupiamo meno, ad oggi è difficile persino entrare in facoltà senza mostrare prenotazione, posto aula, greenpass o tampone negativo. Sarebbe più semplice entrare in banca armati.

Sì, perché l’università è diventato un posto off-limits, per pochi adepti fortunati che provano a prenotarsi il posto in aula non appena è possibile. La prassi è questa: accedi a prodigit, la piattaforma per prenotare aule in Sapienza, selezioni l’edificio, il giorno, l’orario e prenoti. Facile no? No! Perché se sei fortunato sarà la tua settimana, una specie di prelazione come per gli abbonati allo stadio, in base alle due cifre finale della rispettiva matricola. I meno fortunati, dovranno aspettare il week-end per la prenotazione libera. Sarà in quel momento che uno studente che vuole solo studiare dovrà farsi carico di infinita pazienza. Menomale che eravamo stati definiti “pigri”. Comincerà un’impresa titanica tra aule già prenotate e orari improponibili di accesso. Nemmeno volessimo rubare.

Queste difficoltà potrebbero essere superate, almeno in parte. Personalmente propongo il ritorno in presenza senza l’utilizzo di prodigit, con il solo greenpass. Altrimenti rischiamo di svuotare di significato questo utile strumento. Se, alla Sapienza il solo greenpass (che viene controllato a campione) non dovesse essere sufficiente, propongo di utilizzare un metodo alternativo di prenotazione: via i turni, le matricole e tutto il resto e facciamo in modo che assomigli alla sala di un cinema. Mi spiego. Se vuoi prenotarti al cinema avrai a disposizione un numero massimo di posti, bene uguale per le aule universitarie. Aula da 100 posti? Prenotazione libera fino all’esaurimento dei 100 posti. Senza preferenze o distinzione, chi vuole seguire deve poterlo fare tutte le settimane. C’è una regola non scritta che è quella della selezione naturale, ah caro Darwin! La prima settimana l’aula sarà piena, perché tutti vorranno conoscere il professore, la materia e l’esame ma dalla settimana successiva saranno molti quelli che abbandoneranno per impedimenti personali. Quindi, non sarà necessario alcuna turnazione, non avremo più aule con una capienza (al 50%) semi vuote o studenti respinti perché “non si è prenotato per quest’aula”. Sì, perché succede che per poter seguire molti studenti si prenotino in altri edifici e in altre aule, poi vadano a seguire lezione altrove. Prassi che farebbe saltare ogni tipologia di tracciamento ipotetico da parte dell’Ateneo.

Battiamoci per una didattica più giusta e semplice, in un momento così difficile e facciamo in modo che ognuno di noi non si senta in torto a venire in presenza. Torniamo a vivere l’università come l’abbiamo vissuta prima del COVID-19, consapevoli dei tempi che corrono.

#DallaPartedelloStudente