I recenti episodi di aggressioni, intimidazioni e minacce ai danni di giornalisti, politici e medici in cui sono coinvolti alcuni no vax ha aperto un dibattito molto serrato su come reprimere certe manifestazioni e su come impedire le cattive influenze.

La discussione, come capita spesso negli ultimi tempi, ha l’aria di essere vagamente lunare. Senza nulla togliere ad un atteggiamento di dura condanna di coloro che hanno usato violenza nel tentativo di imporre la loro idea, come deve capitare ogni volta che si abbandonino le sane ed equilibrate tecniche di dialettica e di confronto politico, descrivere tutti quelli che hanno perplessità sul vaccino o sul green pass come appestati da sbeffeggiare, nella migliore delle ipotesi, non appare equo. Tanto più non sembra equilibrato abusare costantemente dell’espressione “no vax”. Prima che iniziasse la pandemia del Coronavirus il no vax non era lo scettico nei confronti di questo o quel vaccino e nemmeno colui che esprimeva perplessità sull’obbligo vaccinale. Il “no vax” era chi, in linea di principio, per questioni ideologiche e antiscientifiche, rifiutava di farsi somministrare qualunque vaccino, sostenendo tesi a dir poco strampalate. Tali erano alcuni esponenti del partito di maggioranza relativa del Parlamento, ovvero il Movimento Cinque Stelle. Quanti, oggi, amano etichettare coloro che non vogliono vaccinarsi contro il Covid 19 come no vax, o conoscono il loro passato sanitario o, altrimenti, sono in totale errore.
Le obiezioni di chi ha forti perplessità sull’immunizazione potrebbero essere esagerate e non del tutto esatte da un punto di vista scientifico; in tal caso, l’approccio, allora, deve essere di informazione e sensibilizzazione, non di semplificazione, terrorismo psicologico e ingigantimento. Tra le altre cose, si può essere certi che chi oggi predica inflessibilità contro ‘ gli impresentabili complottisti nemici della scienza” non abbia alcuna responsabilità delle loro scelte? Non desta sospetto il fatto che chi, magari, ha seguito percorsi completi di vaccinazione in precedenza, oggi, alzi le mani?

Vaccini trovati in tempi record, poco tempo per testarli e poca conoscenza degli effetti collaterali; a ciò si sono aggiunte centinaia di dichiarazioni discordanti e contrastanti. Alcuni virologi hanno detto che comunque bisognava continuare a seguire le attuali norme anticontagio, altri che neanche si sarebbe potuti andare al mare l’estate, altri che si sarebbe raggiunta l’immunità di gregge a settembre, altri a novembre, etc. Su Astrazeneca si è raggiunto un tale livello di confusione che nessuno più con questo si è vaccinato, quando, magari, per alcune fasce di età sarebbe stato adeguato. Che piaccia o no, alla luce di quanto è stato fin qui elencato, i giornalisti, i virologi e la politica del Governo non sono completamente innocenti. Adesso sarebbe ora di assumersene la responsabilità e intraprendere tecniche comunicative più corrette.

Un capitolo a parte è la contrarietà al green pass e a non volerlo sono anche molti vaccinati, per una questione di principio. Se lo Stato reputa i vaccini uno strumento che protegge la gente dalle forme più aggressive della malattia e tiene al benessere della popolazione ha il dovere di consigliare e di attuare delucidazioni sufficienti. Finché, però, per una serie di ragioni non intende istituire l’obbligo vaccinale non può trattare, ai sensi della legge, i cittadini in modo diverso, inibendo ai non vaccinati l’accesso ai bar, ai ristoranti, agli aerei , ai treni, ai pullman a lunga percorrenza, a scuola e all’ università, faccenda che ci tocca direttamente, visti i tanti ragazzi che ci hanno contattato destati da forte preoccupazione. Non vogliamo abusare di una concezione alle volte inflazionata e distorta del vocabolo “libertà”; da un secolo, più o meno, tutti gli stati hanno reso determinate cure obbligatorie. Se esse hanno vantaggi indiscutibili, rischi scarsissimi e sono di estrema utilità al bene della comunità, nulla quaestio. In tale circostanza, però, lo Stato è chiamato ad assumersene la piena responsabilità. Proprio questa qualità è la grande assente ed è per questa ragione che si induce al vaccino tramite ricatti, minacce e pressioni, avendo persino l’ardire di affermare che ai cosiddetti no vax debbano essere negate le cure mediche gratuitamente. Quanto tempo passerà prima che tale approccio colpisca anche chi si ammala, più o meno a ragione, per lo stile di vita che conduce?

Si cercano i mandanti morali delle aggressioni antivacciniste, come se tutti quelli che hanno protestato fossero dei delinquenti. Dato falso, ovviamente! Certe declamazioni intimidatorie non distendono il clima e occorrerebbe riflettere sul punto.