De Luca contesta il DDL Zan, Emiliano plaude a Salvini e Letta occulta il simbolo del partito di cui è segretario. Tre indizi fanno una prova, ovvero, dimostrano come la sinistra, per rallentare il proprio decadimento, maschera se stessa.

È noto da parecchio tempo, ormai, che il sistema politico di sinistra, che, direttamente o indirettamente, ha governato la nostra nazione per la quasi totalità del tempo da quando è nata la Repubblica italiana è in profonda crisi; elettorale, sicuramente, ma anche ideologica, politica e morale.

Ciò non coinvolge soltanto i partiti di sinistra d’Italia ma anche quelli di tante nazioni occidentali, in base a quanto abbiamo assistito dal 2016 circa: la vittoria negli USA di Trump, sconfitto sì da Biden nel 2020, ma restando senza ombra di dubbio il presidente repubblicano più votato. Menzione speciale inoltre merita la propaganda dei Dem di cui Trump è stato vittima e la speculazione sui provvedimenti adottati per fronteggiare la pandemia, che, una volta insediatosi il nuovo presidente, non sono mutati. La quasi vittoria di Le-Pen in Francia nel 2017, il successo della politica di Orban, eletto qualche anno fa per la seconda volta consecutiva con un’ampia maggioranza. La Brexit. La vittoria di Bolsonaro in Brasile, il quale, pur avendo commesso, magari, alcuni errori nella gestione della pandemia, ha condotto la propria terra ad una notevole crescita economica, introducendo, altresì, un sostanziale innalzamento del salario minimo; la vittoria del partito Vox in Spagna, attualmente governata dalla sinistra socialista, alle elezioni amministrative di quest’anno.

Viktor Orban, primo ministro dell’Ungheria

Santiago Abascal, leader del partito Vox

In Italia la situazione non è dissimile; la coalizione di centrosinistra alle elezioni politiche del 2018 ha conseguito il suo minimo storico; in quasi tutte quelle successive, europee, regionali e amministrative il centrodestra si è distinto vincendo e riuscendo a competere in territori che, se pur non ottenuti, qualche anno fa sarebbe stato inimmaginabile addirittura provare a conquistare per chi è portatore di idee diametralmente opposte a quelle cosiddette progressiste. Nella nostra nazione, però, ci sono aspetti unici che differenziano sostanzialmente i politici di sinistra nostrani; e gli accadimenti più recenti ce ne danno un’ampia attestazione. In buona sostanza parte degli elettori di centrosinistra non è spesso convinta delle idee che questo diffonde e, se ancora vota da quella parte, lo fa per circostanze e fattori molto differenti dall’ideologia.

Il Presidente della regione Campania de Luca ha dichiarato alla festa dell’Unità che non avrebbe mai votato il DDL Zan per com’è configurato attualmente, soprattutto per le normative che concernono le tematiche da affrontare nelle scuole. Questa è una delle tante obiezioni mosse dagli esponenti di centrodestra fin da quando questa legge fu proposta; successivamente anche dal Vaticano. Che fosse una valutazione dettata da raziocinio era palese, eppure chiunque l’avanzasse veniva bollato come un eretico omofobo. Quanto declamato da de Luca è un’ulteriore riprova di come non vi fosse alcun intento impresentabile, ma normale prassi politica, strettamente collegata alla conoscenza della realtà fattuale. Il fatto che lui si sia opposto al suo partito di riferimento, esattamente come qualche anno fa, quando contesto’  duramente l’approccio del Partito Democratico alla questione dell’immigrazione, ci insegna che la sinistra pura non emerge. Chi attualmente governa la Campania ha ottenuto un consenso plebiscitario alle ultime elezioni; che sia una persona che sinceramente abbia mosso obiezioni al suo partito o che lo abbia fatto per tornaconto elettorale, resta comunque che la quotidianità è più distante da certe istanze del progressismo e del Politically Correct di quanto si possa immaginare. ll PD può contare sull’appoggio incondizionato dell’ANPI, degli intellettuali, delle celebrità e degli esponenti di rilievo della lobby LGBT ma questi non usufruiranno mai di un numero di schede elettorali sufficienti.

De Luca alla festa dell’Unità


Altro esempio confermativo sta nelle recenti dichiarazioni di Michele Emiliano presidente della regione Puglia, già nel suo secondo mandato, nonché ex magistrato della corrente di sinistra, Magistratura Democratica, ed ex sindaco di Bari. Egli è uno degli esponenti più in vista del PD, forse dell’ala più intransigente di esso, quella, per intenderci, antirenziana. È anche uno dei futuri candidati per la Camera dei Deputati; ciononostante non ha risparmiato recentemente di complimentarsi con il leader della Lega Matteo Salvini al quale ha riconosciuto onestà intellettuale. È lo stesso Emiliano che anni fa compì una scelta che anche noi ideologicamente lontanissimi da lui dobbiamo apprezzare, cioè quella di presentarsi ad un convegno organizzato da Fratelli d’Italia in onore di Giorgio Almirante. Pur non essendo minimamente legato alla storia politica del Movimento Sociale, lui riconobbe ad Almirante delle doti oggettive di indiscussa preparazione politica e di moralità, tirandosi addosso le peggiori critiche e offese della sinistra, che, forse, avranno resi felici gli antifascisti estremisti che giocano a fare i rivoluzionari, ma non un elettorato moderato, legato alle questioni di vita quotidiana e ai suoi ricordi, in particolar modo in una regione che ha sempre goduto di un’ampia fetta di elettori conservatori e di Destra, già molti anni prima della nascita di Alleanza Nazionale.

Ultimo episodio da raccontare, sicuramente non meno emblematico di quelli sopra citati, è la scelta del segretario del PD Letta di candidarsi alle elezioni suppletive di Siena senza il simbolo del partito che lui stesso dirige. Egli parla di inclusione, ma cosa c’è da includere in una regione storicamente rossa, governata tutt’ora da un’amministrazione di centrosinistra? Probabilmente, dopo l’ennesimo scandalo legato alla banca Monte dei Paschi, per decenni amministrata dal PCI e, poi, dal centrosinistra, che di essa ne hanno fatto l’uso che meglio ritenevano, anche in Toscana potrebbero avvertire disagio nel sostenere il Partito Democratico. Speriamo solo che la tattica di Letta non funzioni e che si apprenda quanto quello di occultare sia uno stratagemma che non cambierà la realtà retrostante.

Generalmente non amo essere ottimista e sono convinto che il completamento del logoramento del Sistema sia ancora lontano. Tuttavia quello fin qui esposto denota che dei segnali concreti esistono e che, noi di Destra, con tutte le sfaccettature che compongono il nostro mondo politico e culturale, proseguendo il nostro cammino, non gioendo troppo dei successi e non facendoci abbattere, quando, invece, subiamo azioni ingiuste e deplorevoli, potremo assistere ad una reale rivoluzione in nostro favore. Noi ci  rafforziamo e non perdiamo la nostra identità, i nostri avversari sono invece vittime di un inarrestabile smarrimento ideologico. Due tasselli, quindi, collegati perfettamente a nostro totale nocumento. La gente ha già piena coscienza del fallimento del Comunismo, cui i partiti del centrosinistra, incapaci di costruire nuove idee, erano ampiamente legati ( e in certi casi continuano ad esserlo) e presto scoprirà che uomini come De Luca ed Emiliano non potranno mutar volto a qualcosa che si è rivelata fallimentare da tutti i punti di vista.