Immerso nella lettura de “I ragazzi del Ciclostile”, saggio storico su “La Giovane Italia” (organizzazione studentesca legata al MSI, tra gli anni ’50 e gli anni ’60), mi sono imbattuto in una relazione, raccolta da Baldoni e Amorese e redatta dal Segretario Provinciale di GI Bergamo, Nevio Basezzi, che reputo quantomai attuale e che riporto testualmente: “La funzione del giornale (NdR. s’intende “L’Indice”, periodico della Giovane Italia Orobica) nella scuola rispecchia, fondamentalmente, la funzione della nostra Associazione, nell’ambiente studentesco. Perché un giornale esplichi la sua funzione, si richiede che ponga dei problemi e che, perlomeno, li discuta e tenti di risolverli. Nella nostra città, l’argomento è di attualità palpitante. Ci si accusa continuamente di esprimere idee politiche e si va strombazzando che, per tenere vivo un giornale studentesco nel tempo, bisogna astenersi da posizioni politiche. Ci vuol poco a capire come i nostri avversari sottolineino, in tal modo la funzione attiva del nostro giornale. Innumerevoli sono i problemi che dovrebbero interessare la gioventù studentesca: l’organizzazione difettosa della scuola Italiana; la lacuna di una elementare cultura politica e sociale, in seno alla scuola stessa; il pericoloso intorpidimento di buona parte della massa studentesca; inoltre, tutti quegli altri problemi più strettamente legati all’ambiente in cui vive lo studente. Ora, è logico che un giornale che si ponga questi problemi, li risolva in un determinato modo, secondo una determinata linea ideale”. Nonostante i 65 anni, che distanziano questo testo dalla nostra epoca, leggendolo, mi è sembrato stesse parlando della situazione della nostra Associazione: evidentemente, con il trascorrere dei decenni, cambiano gli strumenti adoperati, non già i fini. Difatti, abbandonati ormai i ciclostilati e i periodici, da distribuire nei propri istituti, s’è passati ai blog e ai podcast (mezzi più idonei per parlare alle generazioni di “Nativi digitali”), che, dall’etere, giungono nelle case degli studenti o, ad ogni modo, dei fruitori, mediante telefoni e computer.
Tuttavia, come accennavo, i fini della nostra attività, e associativa, e culturale, permangono il Sindacalismo Universitario e la diffusione di una sana cultura di Destra, plurale come plurali sono gli animi che la agitano.
Per cui, alle strumentali accuse e alle pubbliche invettive della Sinistra Estrema e degli “Apolitici- Apartitici” (stile correnti della Democrazia Cristiana), rispondiamo difendendo “le radici e il futuro”: taluni pensano che a decidere chi possa esprimere la propria opinione, mediante banchetti, volantinaggi, incontri e mezzi di comunicazione, possano essere solo i membri del loro sparuto gruppo di una trentina di persone, spesso disgregato da scissioni; talaltri, invece, ammantandosi della bandiera della civicità, del pragmatismo (ma non essendo in grado di proporre, parimenti, un’identità ideale e preferendo ad essa un vacuo e profano atomismo), pensano di poter offendere, di certo velatamente, mancando loro di coraggio, le altre associazioni, in quanto, al contrario loro, allo schema di un movimento “pigliatutto”, prediligono uno schema di discernimento qualitativo, per l’ingresso nel proprio gruppo di riferimento.
Nella situazione contingente in Sapienza, indubbio è che, in assenza di altre formazioni rappresentanti il Centro-Destra Universitario, spetti ad Azione Universitaria raccogliere il testimone e ampliarsi all’ingresso di studenti, provenienti da diversi percorsi e diverse storie rispetto a quelli del gruppo iniziale: ciò ha portato a identificare, alle scorse elezioni del CNSU, il candidato di AU- Sapienza, come candidato dell’intero Centro-Destra presente all’interno dell’Ateneo, mentre, ancora una volta, gli ultimi arrivi, all’interno della nostra aggregazione, testimoniano i passi compiuti in questa direzione.
Ma, proprio in momenti di forte espansione, diviene ancor più necessario riaffermare la nostra Identità Storica: motivo per il quale, alla ragazza in forte stato di agitazione, che, solo qualche settimana fa, ha ben pensato di attaccarci, per via della presenza delle sigle FUAN e MSI, all’interno di un volantino che esplicava la nostra Storia, rispondiamo, con occhi lucidi e un pizzico di orgoglio, che, noi (quella Storia) la rivendichiamo, perché rappresenta la nostra Identità e il lungo percorso che, nel corso della Storia Repubblicana (e, ricordo, Democratica), ci ha condotto ad una piena maturazione, pur mantenendo quello spirito indomito e indipendente, che, forse, non appartiene a qualcun altro.

In definitiva, a chi ci vorrebbe deboli, succubi, servi del Sistema (il loro) che ha dominato, tramite masse dormienti, possiamo ribattere, senza timore di smentita, che in AU troveranno l’esatto opposto: ragazzi responsabili e determinati, sia nella rappresentanza attiva di tutti gli studenti, sia nella proposizione culturale e formativa di coloro che ad essa siano interessati.
Una passione non si interrompe, la nostra è Azione