La situazione di emergenza che stiamo vivendo, ha trasformato completamente il mondo dell’istruzione della ricerca, in maniera inaspettata e repentina. Tra lezioni che diventano online, esami sia scritti che orali fatti in maniera telematica e biblioteche che aprono le proprie frontiere al digitale, l’università Italiana si è trasferita totalmente nel mondo informatico.
I non pochi problemi riscontrati da studenti e professori, sono stati via via appianati, trovando software (spesso gratuiti) che potessero colmare la distanza fisica, un esempio sono le piattaforme di streaming e di condivisione come “Microsoft Teems” e “Google Meet”. Nonostante queste conversioni e i problemi iniziali che da questo sono naturalmente derivati (come le connessioni a internet, le webcam o i dispositivi informatici), ci sono diversi supporti che si potrebbero dare ancora agli studenti, come bonus e aggiustamenti sui vari DPCM, per rendere effettivamente la vita universitaria più scorrevole e l’istruzione ancora più accessibile. In questo documento ne abbiamo analizzati diversi, facendo proposte divise in due macroaree principali: misure economiche e misure sociali.
Prima di entrare nel dettaglio delle proposte, vorremmo specificare che il tasso di abbandono nel nostro paese è del 24% degli iscritti all’università, cosa che ci porta ad essere il secondo paese (dopo la Francia al 33%) al livello Europeo. Questa situazione già difficile in concomitanza con la scarsa liquidità delle famiglie italiane, associata inoltre alle tasse universitarie, gli affitti, le spese e la scarsità di lavoro che registreremo, porterà sicuramente ad un tasso maggiore di abbandono o di non inizio del percorso universitario. Questo documento, che andremmo quindi a presentare, diventa di estrema importanza per il settore universitario, sia di ricerca che di istruzione, per la nostra regione.
Misure Economiche
1) Aumento della fascia minima da 20.000,00 € a 25.000,00 €
Indice di povertà per area metropolitana con 2 figli a carico nella regione Lazio equivale a 1.616,02 €. Questo indice rapportato a 12 mensilità arriva a un reddito annuo di 19.392,24 €. Il calcolo delle tasse e degli sgravi fiscali per accesso alle borse di studio è un ISEE inferiore a 20.000,00 €. Il problema sussiste in quanto il calcolo dell’ISEE non viene fatto solo sul reddito annuo ma comprende anche la componente patrimoniale, cosa che fa alzare enormemente la soglia soltanto possedendo una moto o addirittura un’automobile! L’altro problema sussiste nel momento in cui il calcolo ISEE risulta in ritardo di un anno rispetto alla reale situazione economica della famiglia: il valore ISEE che si presenterà nell’anno accademico 20/21, non comprenderà le perdite economiche di quest’anno, essendo calcolato sull’anno precedente. Questo porta ad un disallineamento tra il valore delle tasse (più alto) e la liquidità economica della famiglia dello studente (più bassa). Per questo chiediamo l’innalzamento della soglia ISEE almeno fino a 25.000,00 € (considerando come in altre regioni si arrivato sopra i 28.000,00 €) e considerando il fatto che, così facendo, si potrebbe ridurre il numero di “borsisti illegali” (chi sposta la residenza a casa dei nonni, chi sposta i propri averi a zii e nonni, chi si manifesta come assolutamente nullatenente).
2) Rimborso tassa regionale 19/20 e Esenzione tassa regionale anno 20/21
Sappiamo benissimo che una sospensione delle tasse universitarie non è a carico della regione, come sappiamo benissimo che il NON PAGAMENTO TOTALE delle tasse da parte di tutti gli studenti porterebbe al collasso il sistema universitario nel giro di 6 mesi. Alla luce di queste considerazioni però, abbiamo elaborato questa proposta per venire incontro alle famiglie più colpite dall’emergenza Covid-19, indicandole attraverso strumenti facili e metodiche già utilizzate nei sistemi d’ateneo. Possono accedere agli interventi di cui all’articolo precedente gli studenti iscritti presso le Università con sede legale nella Regione Lazio che sono in possesso di tutti i requisiti di seguito indicati:
– I cui nuclei familiari abbiano beneficiato delle misure a sostegno di lavoratori, famiglie e imprese di cui al D. L. n. 18 del 17.03.2020;
– Abbiano un ISEE 2019 compreso tra euro 0 ed euro 25.000,00 € Per questa proposta, sono stati presi in considerazione 15.000 studenti, calcolati con fascia minima di 20.000,00 € dell’anno 2017 (ultimo dato disponibile – fonte Rapporto CNSU)
per questi studenti è previsto un rimborso della tassa regionale anno 19/20 che ammonta a circa 2,25 Milioni di Euro. Il calcolo che riguarda la manovra di esenzione dalla tassa regionale per l’anno 20/21, riguarda una copertura di circa 20.000,00 studenti (dato da verificare). Che comporterebbe un entrata sulla tassa regionale del prossimo anno di -3 milioni di euro, a fronte di 24,231,300 € che entrano regolarmente nella regione (dato calcolato sugli studenti anno 2017- fonte rapporto CNSU).
3) Rimborso spese tirocini infermieri
Data l’emergenza, tutti i laureati in medicina ed infermieristica della regione (e della nazione) sono stati messi all’interno del circuito sanitario senza esami di abilitazione, sfruttando le ore di tirocinio che gli studenti dovevano maturare per l’accesso all’esame abilitante. Questa proposta ci sembra un atto doveroso nei confronti di chi, si è speso in prima linea (a volte anche contaminandosi), vedendosi spostare in un reparto non consono al proprio percorso di studi effettuato. Da questo, avendo calcolato che i laureati con tirocinio nel Lazio sono circa 1900 (dato del 2016 – fonte Istat) approssimando un dato per eccesso a 2000 studenti per l’anno corrente e una retribuzione di 400 € come rimborso spese per i mesi di Marzo-Aprile-Maggio, il costo della proposta diventa di 2,4 milioni di euro (2.400.000 €).
4) Sospensione canone affitti per beneficiari Disco
I beneficiari della borsa di studio, possono richiedere un contratto di locazione negli stabili dell’ente DISCO, pagando un canone di circa 100 € al mese, che viene detratto mensilmente dal cc in cui è stata versata la borsa di studio. Durante l’emergenza, la maggior parte degli studenti ha lasciato le residenze per tornare dalle proprie famiglie e passare il periodo della quarantena fuori da queste strutture. Chiediamo pertanto che il blocco totale del canone affitto per tutti gli studenti beneficiari, sia un segnale di aiuto che la nostra regione può inviare a tutte le famiglie in difficoltà, non essendoci stati nelle strutture lavori di pulizia e manutenzione per tutta la durata dell’emergenza.
Misure Sociali
1) Consentire esplicitamente il rientro degli studenti fuorisede, presso case e alloggi per recuperare il materiale didattico.
Durante le prime fasi dell’emergenza, moltissimi studenti hanno abbandonato le residenze per tornare dalla famiglia ed affrontare la quarantena in un ambiente reputato più sicuro e familiare. Questi studenti, nella fretta generata dalle varie incomprensioni dei vari DPCM, non prevedendo la reale durata dell’emergenza, hanno preso solo materiali atti a svolgere gli esami nell’immediato futuro. Con l’emergenza che continua a durare e con le restrizioni interregionali, molti studenti si sono travati nella condizione di non avere il materiale didattico necessario per affrontare i successivi esami, cosa che ha portato molti o alla rinuncia degli studi o all’acquisto tramite spedizione degli stessi libri, con relativo danno economico. Chiediamo che sia esplicitamente concesso, tramite decreto regionale, il rientro degli studenti nelle proprie abitazioni, senza permanenza e per poche ore, solo con lo scopo di recuperare i testi per gli esami.
2) Considerare il tirocinio e la ricerca come motivi di spostamento lavorativi.
Nel DPCM che segna la “Fase 2”, si riscontrano non poche incongruenze con le autorizzazioni per gli spostamenti e le autorizzazioni per le riaperture. Quella che riguarda maggiormente l’ambito universitario è l’apertura dei laboratori per la ricerca ed il tirocinio degli studenti/specializzandi. Se da una parte le università ed i laboratori sono stati riaperti esplicitamente, dall’altra non è stato contemplata la possibilità di spostamento per motivi di ricerca e tirocinio. Quello che servirebbe è un decreto regionale che di fatto equivalga il tirocinio (non medico) e la ricerca a motivi di lavoro, così da consentire la ripresa delle attività di ricerca nella nostra Regione.