Domenica 19 novembre grazie ai social apprendiamo che nella mattina di quello stesso giorno è avvenuto un fatto a dir poco sconvolgente. Creando un contenuto che è al contempo di denuncia e di solidarietà, la pagina instagram della comunità di “Studenti per le Libertà” della Sapienza ha postato l’immagine che ritrae le minacce indirizzate al Rappresentante in Consiglio di Corso Valerio Pane. Nello specifico, tale minaccia recita le seguenti parole: “Crepa mafioso fascista”, accompagnate dal disegno di una falce e martello, posto come fosse una firma. Naturalmente nella giornata di domenica i social sono stati il canale privilegiato per studenti e non, che volessero esprimere solidarietà e vicinanza al nostro collega Valerio. Primo tra tutti Filippo Pati in quanto responsabile di SpL Sapienza, seguito dalla comunità di FI Roma, dal Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e dalla comunità di Azione Universitaria Sapienza.
Il fatto, come detto prima, è sconvolgente non perché nuovo nell’ambiente della politica universitaria, quanto perché tale minaccia è stata lasciata scritta sull’asfalto di fronte l’abitazione del diretto interessato. La Destra Universitaria, infatti, non è nuova a minacce, assalti e intimidazioni ma mai finora si era arrivati a questo. Senza dover sminuire la gravità di tale gesto, si può e si deve anche tenere in considerazione l’ipotesi che si tratti dell’esaltazione di qualche “scintilla impazzita” che, indipendentemente dalle associazioni politiche universitarie, ha pensato bene di condurre un’operazione simile non si sa a quale scopo. In questo caso (e ci auguriamo che sia così) potrebbe trattarsi dunque di un caso isolato e senza ulteriori preoccupanti evoluzioni.
Tuttavia, come detto in precedenza, la Destra Universitaria non è nuova a avvenimenti simili e, in particolare, Azione Universitaria Sapienza vanta un folto curriculum in materia. A partire dall’evento più famoso, ricordiamo il tentato assalto tenuto dai Kompagni il 25 ottobre 2022 alla facoltà di Scienze Politiche nella speranza di impedirci di tenere un convegno in autonomia con ospiti e professori universitari invitati regolarmente; le minacce scritte e dette ai danni dei Rappresentanti eletti col nostro simbolo nelle varie facoltà (prendiamo a esempio quelle apparse nei bagni del primo piano della Facoltà di Lettere); la “caccia al fascista” attuata dai collettivi ogni qualvolta ci sia anche la benché minima ipotesi che noi di AU possiamo tenere un banchetto; l’ultimo flash mob organizzato in fretta e furia (con tanto di striscione e megafono) mentre tenevamo un banchetto, insieme ai ragazzi di SpL, per sponsorizzare l’evento del prossimo 27 novembre e tante altre ancora. Le accuse più frequenti che ci si sente fare da certuni individui è di portare squadroni di polizia all’interno dell’Ateneo, di voler difendere tematiche e ideali che si rifanno chiaramente al fascismo e di scappare ogni qual volta ci ritroviamo a doverci relazionare con loro, per poi nasconderci dietro delle recriminazioni fatte sui social volte a disegnarci come le vittime della politica universitaria (“azione universitaria, la vostra azione: la fuga”).
Senza dover dare ulteriore corda alla retorica dei collettivi, preme fare una precisazione riguardante la nostra politica, la quale è tutt’altro che una politica di difesa, che non ci servirebbe minimamente nell’ottica di quelli che sono i nostri obiettivi di sindacalismo studentesco e approfondimento culturale di livello, appunto, universitario. Ma questa ipotetica politica di difesa non ci servirebbe, inoltre, perché nonostante i goffi tentativi di questi individui, la nostra comunità (e la Destra Universitaria tutta) continua a portare avanti le proprie proposte, centra gli obiettivi che si ripropone e aumenta a dismisura!
La nostra è, e deve essere, una lotta nuova e rigenerata, che rifugga i modelli del passato che qualcuno tenta di riproporre e dei quali abbiamo fatto abbastanza esperienza negli anni che furono. Siamo la proposta contro la protesta, costruiamo contro la degenerazione della politica di questa sinistra becera e ottusa, uniamo laddove si tenta di creare divisione e non lasceremo spazio al loro scellerato e pericoloso spontaneismo violento. Se continuiamo su questa strada la previsione è semplice e chiara: la loro emarginazione dalla politica universitaria sarà il frutto delle loro azioni ritenute “rivoluzionarie”. Le loro azioni violente e arroganti non prevarranno.
Raffaele Pergolizzi