Il 17 febbraio 1992 a Milano, in una residenza per anziani il “Pio Albergo Trivulzio” venne arrestato il suo presidente; l’ingegnere Mario Chiesa aspirante sindaco. Di fatto piccolo esponente del Partito Socialista Italiano vicino all’ex presidente del consiglio Bettino Craxi. L’ingegnere finito alcentro di una denuncia per corruzione da parte di un piccolo imprenditore di pulizie, Luigi Magni, venne preso in flagranza di reato mentre intascava la metà di una mazzetta da 14 milioni di lire. Il signor Chiesa, visto l’irrompere delle forze dell’ordine del suo ufficio accompagnati dal Pubblico Ministero Antonio Di Pietro, tentò di disfarsi di un’altra mazzetta gettandola nel WC dichiarando, tramite il suo avvocato, che i soldi intascati da Magni erano suoi. Ladichiarazione si rivelò subito falsa! Le banconote erano state precedentemente firmate con le iniziali del PM Di Pietro. Chiesa fu condotto agli arresti e il PSI, che si trovava in piena campagna elettorale, si dissociò dagli eventi accaduti al Pio Albergo Trivulzio. Craxi, segretario del PSI,pronunciò le seguenti parole:” Una delle vittime di questa storia sono proprio io […] Mi trovo davanti a un mariuolo (riferito a Chiesa) che getta un’ombra su tutta l’immagine di un partito che a Milano, in 50 anni, non ha mai avuto un amministratore condannato per reati gravi contro la pubblica amministrazione”. Iniziò così l’inchiesta giudiziaria che fece crollare l’intero sistema politico italiano, mettendo fine alla così detta “Prima Repubblica”. 

Di Pietro, attraverso le sue indagini, scoprì i conti svizzeri “Levissima” e “Fiuggi” dove l’ingegnere aveva precedentemente depositato le mazzette intascate dai vari imprenditori. Il PM a seguito di questa scoperta avvisò l’avvocato di Chiesa con la seguente frase: “Avvocato, riferisca al suo cliente che l’acqua minerale è finita”. Chiesa messo alle strette iniziò a confessare, venne fuori un sistema di tangenti molto più ampio di quanto scoperto dai magistrati. Fece così nomi e cognomi degli imprenditori coinvolti. Di Pietro cercò di mantenere le sue indagini riservate, vista la campagna elettorale in atto, ma alcune nuove formazioni politiche come la neonata Lega Nord di Umberto Bossi fecero leva sul malcontento e l’indignazione popolare coniando slogan come “Roma Ladrona!”. I principali partiti nel frattempo presero posizioni differenti, Il PSI accusò la magistratura di “muoversi secondo un preciso disegno politico”, la DC sottovalutò il peso politico di “Mani Pulite”, nome dell’inchiesta,rimanendo indifferente. La Lega Nord fu il vero e proprio vincitore dalle elezioni politiche del 1992, ma il sistema creato nel corso degli anni dai grandi partiti (DC, PSI, PDS, PLI, PRI) resse. In seguito molti imprenditori e politici furono arrestati con l’accusa di corruzione e man mano che gli indagati confessavano, l’inchiesta si allargò in varie città d’Italia. Le indagini misero così paura ai politici; nacque il periodo del ‘’ tintinnar delle manette’’. Tanta era la pressione della magistratura che si verificò un episodio curioso, un membro del partito socialista confessò tutti i suoi reati a due carabinieri che gli furono mandati a casa per notificagli una multa. L’ondata di arresti e avvisi di garanzia destabilizzò il quadro politico italiano e la mafia, senza riferimenti chiari a Roma, uccise a Capaci il giudice Giovanni Falcone il 23 maggio 1992. L’Italia pur arrancando andava avanti, In seguito, dopo 16 scrutini, Oscar Luigi Scalfaro fu elettopresidente della repubblica. Il capo dello stato non concesse a Craxi la carica di presidente del consiglio, che dovette rinunciare in favore di Giuliano Amato. Di Pietro continuò come un treno le sue indagini forte dell’appoggio (80% di popolarità) dell’opinione pubblica che spingeva imagistrati al grido: “Colombo, Di Pietro: non tornate indietro!” o “Milano Ladrona, Di Pietro non perdona”. 

I principali partiti DC e PSI persero metà dei consensi. Le inchieste proseguirono e qualsiasi ambito della politica locale e nazionale sembrò essere coinvolto nella rete di corruzione. L’Italia era disseminata da avvisi di garanzia. A dimostrazione di ciò finirono sotto indagine tesorieri e segretari di grandi partiti, in particolare contro il tesoriere della DC furono intentati 72 procedimenti penali. Ad un anno dall’arresto di Chiesa il vice segretario del PSI Claudio Martelli, che all’epoca ricopriva la carica di ministro della giustizia, fu raggiunto dall’ avviso di garanzia. Nei primi mesi del 1993 il governo Ciampi emanò il decreto Corso (da Giovanni Corso, ministro della giustizia) volto a depenalizzare il finanziamento illecito ai partiti e interrompere le indagini del Pool di “Mani Pulite” con “un colpo di spugna”. Il pool usò tutto la sua popolarità per far gridare ai giornali lo scandalo di insabbiamento, il presidente Scalfaro non firmò il decreto ritendendo il provvedimento incostituzionale. Ad aprile dello stesso annoil parlamento negò l’autorizzazione (per solo due voti) a procedere nei confronti di Craxi, in quanto lo stesso godeva dell’immunità parlamentare. Seguirono contestazioni da parte della Lega e del Movimento Sociale Italiano che davano ai colleghi che avevano votato a favore dei “ladri” e “imbroglioni”. La mancata autorizzazione scatenò la reazione di quattro ministri che si ritirarono dal governo Ciampi per protesta.

Il giorno seguente, erano programmate diverse manifestazioni nei dintorni di palazzo Montecitorio e diverse centinaia di migliaia di persone si radunarono a piazza Navona per il comizio del PDS di Achille Occhetto. Alla fine della manifestazione in concomitanza con un altro evento politico, le persone si riversarono davanti all’uscitaprincipale del Hotel Raphael (da anni dimora romana di Bettino Craxi). Quando dell’ex segretario del PSI uscì, glilanciarono oggetti di ogni tipo, alcuni tirarono monetine, altri sventolarono banconote al grido di” Bettino vuoi pure queste?” o “Bettino, Bettino il carcere è vicino!”. Di seguito nel 1994 Silvio Berlusconi con Forza Italia vinse le elezioni di marzo, il padrone di Mediaset propose a Di Pietro, vista la sua popolarità, di entrare in politica come Ministro dell’Interno e Piercamillo Davigo (che nel 92 faceva parte del pool di Tangentopoli) di entrare nel nuovo governo come Ministro della Giustizia. Entrambi rifiutarono. In seguito il nuovo governo formato da Forza Italia, Lega Nord e Alleanza Nazionale, l’esecutivo Berlusconi I°, diede vita alla “Seconda Repubblica”. Il 13 luglio 1994, nelle stesse ore in cui tutta Italia seguiva la semifinale di coppa del mondo Italia-Bulgaria, il governo emanò il “Decreto-Legge Biondi” (da Alfredo Biondi, Ministro di grazia e giustizia) che favorì gli arresti domiciliari in fase di custodia cautelare per l’accusa di corruzione. Il periodo tra il 1992 e il 1994 trasformò radicalmente la politica della nostra nazione, segnando la fine dei grandi partiti della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista Italiano, che comunque la si pensi, lasciarono un solco indelebile nella storia dell’Italia repubblicana, e l’inizio di nuovi partiti come Forza Italia, Lega Nord e Alleanza Nazionale. Il Movimento Sociale Italiano, poi divenuto AN, fu uno dei pochi a non essere toccato dalle inchieste di Tangentopoli. Sotto la guida dell’allora segretario Gianfranco Fini, il partito della fiamma tricolore, si schierò dalla parte della magistratura e della legalità.

Aljosha Bromuro