LA FAMIGLIA COME COMUNITA’ DI BASE
Sentiamo ormai sempre più spesso parlare di famiglia, della sua difesa o della sua relativizzazione. La sinistra in questo campo riesce purtroppo ad acquisire sempre più terreno, l’arretramento della Destra d’altra parte deriva certamente dalle sue mancanze storiche e da quelle acquisite a seguito dell’imposizione di una certa visione di una destra altrettanto nichilista, salita alla ribalta da qualche decennio. Oggi appare quindi imprescindibile dare contenuto reale al programma di difesa della famiglia intrapreso dalla Destra italiana. Va purtroppo rivelato che la difesa abituale delle forze conservatrici di buona parte del “centro-destra” si concentra su meri concetti vuoti, borghesi e bigotti che spesso non riescono a reggere il confronto con le costruzioni complete e strutturate, seppur aberranti, della sinistra italiana. Appare quindi imprescindibile la creazione di un pensiero più strutturato e complesso riguardo al tema in esame, pensiero che si basi sui presupposti propositivi e non meramente conservativi della Destra organica e tradizionale. La famiglia è un nucleo sociale formato da persone conviventi che sono legati tra loro da rapporti di consanguineità. Sembra scontato ma definire il concetto di famiglia appare oggi fondamentale alla luce delle moderne ricostruzioni alternative. Nonostante la complessità dei cambiamenti sociali, la famiglia rimane il luogo degli affetti, delle relazioni, della crescita e dell’integrazione del maschile e del femminile, nonché il luogo in cui si esprimono responsabilità riconosciute e condivise e in cui le generazioni possono stabilire rapporti di reciprocità. D’altra parte, anche con i presupposti summenzionati, la famiglia è reale e non potenziale solo quando le persone che vi fanno parte, creano tra di loro un legame che sentono vitale per la propria esistenza in condizioni di serenità e solidarietà reciproca.
LA FAMIGLIA COME COMUNITA’ SOCIALE
La famiglia è il più efficace modello di comunità. Comunità è un insieme di individui che condividono uno stesso ambiente formando un gruppo riconoscibile, unito da vincoli organizzativi, etnici, culturali, linguistici, religiosi, economici o da interessi comuni. Nella famiglia si scopre che gli altri non sono soltanto un limite alla propria libertà, ma la condizione necessaria alla libertà, è scuola privilegiata di condivisione, di responsabilità, che educa a superare la mentalità individualistica, che si è fatta strada nelle nostre società. Nella famiglia la coppia costruisce il proprio progetto di vita comune e così diventa capace di essere il primo ambiente di trasmissione culturale e spirituale Di fronte alla questione educativa e a quella occupazionale, la famiglia viene a trovarsi spesso da sola o quasi. Gli analisti rilevano costantemente che uno dei fattori di successo nel percorso scolastico ed in quello di avviamento al lavoro dei giovani è costituito dalla famiglia d’origine e dalla qualità dell’azione educativa che ha saputo svolgere. E’ inoltre fondamentale la capacità delle famiglie di fare da ammortizzatore sociale silenzioso con la loro innata capacità di assorbire e trasformare le insufficienze della macchina pubblica. Il welfare italiano è ormai sempre più a trazione familiare e i perni su cui ruotano bisogni e necessità della famiglia sono soprattutto i nonni. Sono loro ad occuparsi dei nipoti quando i genitori vanno al lavoro e sono sempre loro a fare da autisti per accompagnare i nipoti a scuola o a fare sport. Un lavorio incessante, tra appuntamenti e scadenza. Un lavoro, che secondo un’indagine di ProntoPro vale più o meno quasi 2.000 euro al mese. Un calcolo che è stato fatto prendendo in considerazione tutte le attività svolte dentro e fuori casa, con le relative paghe orarie riconosciute a chi esercita i diversi mestieri al di fuori della famiglia, come lavoratore professionista.
E’ il nuovo welfare all’italiana appunto, reso ancora più centrale nel contesto dalla crisi economica. Va ricordato inoltre l’aiuto concreto in termini di denaro e alloggio che in famiglia è comune, pensiamo per esempio ai figli ospitati dai genitori a seguito di licenziamenti o comunque supportati in momenti di difficolta economica. I dati mostrano inconfutabilmente quanto sia centrale il ruolo dell’unità familiare nel tessuto sociale ed economico del nostro paese, in altri paesi dove al contrario la spinta individualista è sempre più forte i fenomeni di esclusione sociale appaiono in aumento.
COMUNITA’ FAMILIARE E COMUNITA’ NAZIONALE
La famiglia rappresenta la comunità di base della nazione, ogni individuo tende a fondare e consolidare i legami vitali all’interno della propria famiglia, la quale a sua volta tende a costruire legami e relazioni con le comunità (locale e nazionale) nella quale è inserita. Ne consegue che il benessere nazionale è strettamente correlato al benessere delle famiglie che ne rappresentano la struttura portante, in alcuni momenti del ciclo vitale la famiglia assorbe risorse dal mondo esterno per meglio assolvere a compiti interni; in altri momenti, la famiglia può diventare patrimonio di risorse ed opportunità utili al benessere della comunità locale stessa. E’ soprattutto nel “locale” che la famiglia rappresenta l’organismo primario della comunità, la famiglia infatti, all’interno del proprio sistema, riproduce in un ambito più ristretto i medesimi meccanismi messi in atto dalla comunità nella quale è inserita. La famiglia è un soggetto sociale che vive non solo del dialogo tra i suoi membri, ma anche delle relazioni con la comunità in cui è inserita. Tra le due esiste un rapporto di scambio reciproco: l’individuo vive dei legami vitali all’interno della famiglia che a sua volta vive legami vitali con la comunità locale e nazionale; il benessere di quest’ultima allora è strettamente legato al benessere della famiglia e al benessere individuale che ne rappresenta la struttura portante. Possiamo quindi affermare che tra il sistema famiglia e la comunità in cui è inserita esiste un costante dialogo che può essere caratterizzato o da processi generativi o da processi degenerativi. Quando la famiglia vive appieno la propria vita all’interno della comunità ed è riconosciuta da quest’ultima come elemento fondamentale e connettivo allora si parla di processi generativi come oggi avviene prevalentemente nella provincia. Al contrario, quando la famiglia non investe nella comunità, ma trattiene le proprie risorse dando vita ad atteggiamenti autoreferenziali che portano all’implosione in se stessa, allora si parla di processi degenerativi, come ne caso delle metropoli, è proprio in quest’ultimo contesto che possiamo notare come la chiusura delle famiglie alla comunità locale genera anche fenomeni di povertà ed esclusione sociale. D’altra parte, eliminando la coesione della comunità locale attraverso l’immigrazione di massa e l’alienazione sociale si distrugge anche la forza della comunità familiare, privandola del contesto connettivo in cui svilupparsi. Questi due processi rendono evidente la radice dei problemi sociali odierni e di come la solidità della società sia legata a quella della famiglia.
PROSPETTIVE
Uno degli elementi più significativi del ruolo sul territorio delle famiglie è quello della solidarietà reciproca, come ancora oggi avviene soprattutto nel contesto rurale, dove all’interno delle comunità locali le varie famiglie si scambiano aiuto reciproco nei fisiologici momenti di difficoltà. La comunità nazionale, attraverso le diverse istituzioni che la costituiscono, quali la scuola, i servizi, il terzo settore, ecc. dovrebbe promuovere l’entità famiglia in quanto base della nazione rendendo centrale il principio della corresponsabilità; solamente in quest’ottica la comunità e le famiglie che la costituiscono diventano consapevoli che un evento negativo che comporta un disequilibrio all’interno della comunità è responsabilità dell’interno sistema che ha permesso che ciò potesse accadere. Se questo processo non viene messo in atto – come possiamo oggi notare- la comunità locale mina la sua stessa identità, in quanto è dalla reciprocità del legame e dal dialogo con la famiglia che ricava le energie e le risorse per evolvere e adattarsi.
È nella comunità locale che va promosso il tessuto di relazione e di accordi tra istituzioni, servizi, famiglie, che porterà la famiglia ad essere risorsa. Molti problemi centrali nel contesto odierno verrebbero quanto meno alleviati da una ritornata interazione tra famiglia e comunità locale e contestualmente prendendo la famiglia come modello ideale delle comunità locali. In questo senso occorre costruire luoghi, opportunità, percorsi, che generino interazione all’interno delle comunità locali. Allo stesso tempo occorre promuovere il concetto di famiglia, contro il nichilismo individualista, generato dalla sinistra progressista che sbandierando presunti diritti civili, genera divisione tra categorie artificiali e distrugge la comunità nazionale attraverso la corrosione della famiglia. Questa da sempre è stata un ammortizzatore sociale che “silenziosamente” assolve a tutti i compiti di sviluppo e risponde ai bisogni dei diversi soggetti che la costituiscono, isolandola l’individuo alienato non comunica più con la comunità locale e rende disfunzionale l’interazione dei corpi intermedi all’interno della comunità nazionale. Non capire la centralità della famiglia è certamente la distorsione principale dell’attualità progressista.