Il mercato rappresenta un luogo atto allo scambio di tutto ciò che possiede un valore. Concettualmente il mercato è il luogo dove avviene l’acquisto e la vendita di prodotti con la presenza di acquirenti, venditori e intermediari. In senso economico il mercato è un sistema di funzionamento dell’economia nel quale le decisioni sono prese in maniera decentrata, quindi ogni agente economico(imprese, consumatori, lavoratori e risparmiatori) prende le sue decisioni. Adam Smith utilizzò il termine “mano invisibile” nella sua opera “indagini sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni” per definire lo sviluppo economico e ordine sociale che ogni operatore economico genera compiendo individualmente i suoi interessi personali anche senza la loro intenzione. Esiste quindi una mano invisibile che permette di mettere in equilibrio le economie e di implementare lo sviluppo nelle società. L’individualismo si traduce in benessere collettivo.
Il benessere della collettività è misurato attraverso 1)l’efficienza, ovvero ottenere il massimo utilizzando il minimo denaro, il minimo tempo e sforzo fisico attraverso l’utilizzo di risorse disponibili e 2)l’equità , cioè la distribuzione equa dei risultati economici(distribuzione dei redditi , delle risorse…). Se il mercato funziona, esso si determina autosufficiente, ciò significa senza l’intervento dello stato(varie autorità pubbliche). Nel caso in cui il mercato non garantisce in modo autonomo buoni risultati vi è l’intervento dello stato. Inizialmente, la natura di un mercato può essere stata influenzata dallo svilupparsi di strategie aziendali e di marketing, di ingenti finanziamenti a imprese che le hanno permesso di appropriarsi una fetta di profitto del mercato oppure l’entrata o l’uscita dal mercato di quest’ultime…Il mercato può assumere varie forme:
Concorrenza perfetta:
Il mercato di concorrenza perfetta è un mercato che possiede 4 principali caratteristiche: 1)L’industria è altamente frammentata. All’interno di un mercato di concorrenza perfetta vi sono numerosi venditori e numerosi acquirenti. Le quantità acquistate da ciascun acquirente e le quantità vendute da ciascun produttore sono così modeste, in relazione alla domanda del mercato, da non essere in grado di produrre effetti significativi sul prezzo. 2) Le imprese producono beni indifferenziati. I consumatori percepiscono i prodotti come identici e omogenei indipendentemente da chi li produce. 3) I consumatori dispongono di perfetta informazione sui prezzi dei diversi operatori sul mercato. 4) L’industria è caratterizzata da un uguale accesso alle risorse. Tutte le imprese, sia quelle operanti nell’industria sia i potenziali entranti, hanno identico accesso alla medesima tecnologia e agli stessi input. Le imprese nei mercati perfettamente concorrenziali applicano la legge del prezzo unico: ogni impresa in un determinato settore applica lo stesso prezzo a tutti i beni che vende; altrimenti una riduzione del prezzo potrebbe non remunerare i costi di produzione di tali beni, oppure un aumento del prezzo determinerebbe la riduzione di domanda da parte dei consumatori(in economia tipiche e consimili situazioni vengono chiamate trade off). Ad ogni impresa ,quindi, conviene impostare un unico prezzo perché i prodotti offerti sul mercato hanno tutti le stesse caratteristiche e la variazione di prezzo potrebbe spostare clienti(anche quelli più fidelizzati) da un’impresa ad un’altra. La vera tecnica per attirare clienti in un mercato concorrenziale dove tutte le imprese vendono lo stesso bene allo stesso prezzo è far percepire diverso(in termini qualitativamente migliori) il bene che si offre rispetto a quello delle altre imprese. Le imprese in un mercato concorrenziale sono “price taker” e significa che un’impresa considera il prezzo di mercato del prodotto come dato quando assume la decisione sulla quantità da produrre, e gli acquirenti prendono il prezzo di mercato come dato quando assumono le decisioni sulla quantità da acquistare. Un esempio di mercato perfettamente concorrenziale è quello del caffè, ove almeno in Italia da Nord a Sud il suo prezzo non subisce rilevanti oscillazioni. Da ricordare che in concorrenza perfetta non esistono “extraprofitti” e se esistessero tutte le imprese lo verrebbero a sapere spostandosi da un settore ad un altro grazie al facile accesso agli input di produzione. In tale mercato un’impresa raggiunge l’equilibrio eguagliando il prezzo al costo marginale di produzione.
Monopolio
Il monopolio è un mercato dove vige una sola impresa che produce e vende il bene offerto su tale mercato. Il monopolista ha il potere di fissare il prezzo e imporlo al mercato. Il monopolio è un mercato dove dal lato dell’offerta si trova l’unico operatore, quindi una sola impresa. Il monopolio può nascere in vari modi in uno stato. A volte le amministrazioni pubbliche o enti in materia concedono brevetti ad alcuni operatori economici portatori di un innovazione nella loro produzione, ma tale brevetto permette di concedere il diritto esclusivo ad una sola impresa di produrre e vendere tale bene nel mercato. Nel caso in cui il bene innovativo introdotto dall’impresa ha una buona riuscita sul mercato ciò provocherebbe la nascita di un monopolio a causa della “difesa” che il brevetto esercita sull’impresa neo-monopolista, vietando a tutte le altre possibili industrie di riprodurre tale innovazione. A volte è la legge stessa a prevedere la creazione di monopoli. In monopolio non c’è un prezzo prefissato. Il monopolista può decidere se produrre tanto e vendere a poco oppure se produrre poco e vendere a tanto. Difatti il monopolista raggiungerà il massimo profitto eguagliando i costi marginali ai ricavi marginali.Il monopolio è un fenomeno positivo se lo si viene analizzato nel lungo periodo, in quanto apporta innovazione per via degli extra-profitti, quindi crea efficienza dinamica. In un mercato di monopolio possiamo trovare imprese pubbliche (imprese che sono di proprietà dello stato) che servono ad attuare politiche economiche. In un mercato monopolistico l’impresa pubblica non punta alla massimizzazione del profitto, ma punta ad eguagliare i prezzi al costo marginale, con eventuali perdite che lo statocoprirà. In un mercato monopolistico un’impresa pubblica presenta problemi di corruzione. Il significato economico della corruzione è la mancata crescita economica del paese, perché i vertici prendono decisioni per interessi personali e non per il benessere della collettività. La corruzione frena l’innovazione e rallenta la crescita del P.I.L. dell’anno corrente e degli anni successivi. La corruzione può essere una barriera per l’ingresso di nuove imprese nei mercati nazionali. Ma ciò accade anche a livello internazionale scacciando gli investimenti esteri. Molto spesso la corruzione si annida nei paesi in via di sviluppo doveservono ingenti capitali.
Negli anni, organi competenti in materia formularono e attuarono politiche antimonopolistiche: la “liberalizzazione” è una legge antimonopolistica che racchiude tutte quelle politiche volte a rimuovere barriere che impediscono alle imprese di entrare e uscire dal mercato. Tipiche barriere sono spesso le economie di scala, di apprendimento e di scopo di cui vantano le produzioni monopolistiche. La liberalizzazione sta nel trasformare un mercato monopolistico in un mercato di concorrenza perfetta e quindi di renderlo contendibile(libera entrata e uscita delle imprese); l’apertura internazionale è un’altra soluzione all’abbattimento del monopolio grazie allo scambio che avviene tra aziende di paesi differenti. Una apertura ai mercati esteri permette l’entrata di aziende estere nel commercio nazionale e quindi scaccia via la formazione di un ipotetico monopolio. Tuttavia, con tale apertura al mercato internazionale un monopolista di un’azienda estera potrebbe accaparrarsi tutti i profitti di molte aziende economicamente più deboli scacciando la concorrenza e stabilizzarsi come unico operatore dal lato dell’offerta anche a livello internazionale. L’apertura internazionale è stata una politica liberistica che l’ Italia necessitòin passato per via delle conseguenze della 2° guerra mondiale, abbattendo l’autarchia. L’autarchia è un sistema ove ogni paese consuma ciò che produce. L’Italia nell’era mussoliniana approdò ad un sistema semi-autarchico, facilitato e stabilizzato dalla preponderante crescita economica in campo industriale (specialmente nel triangolo Milano-Torino-Genova) e agricolo(come la battaglia del grano). Ancora oggi esistono nel mondo paesi con sistemi autarchici come la Corea Del Nord. Lo stato in passato è intervenuto anche con legislazioni per abbattere monopoli: esso introdusse il divieto di accordi e intese volti a minacciare la concorrenza, il divieto di anti-trust e di abuso di posizione dominante.
Decine sono gli esempi di mercati monopolistici, ma ritengo importante riportandone solo alcuni: Microsoft, fondato nel 1975 da Bill Gates, è produttore di sistemi hardware e software e responsabile dello sviluppo di Windows in quasi tutto il mondo. Coca-cola è sicuramente la bibita più conosciuta al mondo e forse è l’unico prodotto veramente globalizzato e disponibile in ogni paese. Nonostante abbia altri forti concorrenti come Pepsi, la multinazionale Coca-cola è indagata per aver acquistato la maggior parte delle marche del settore in più di 200 paesi per dominare il mercato delle bibite sul piano mondiale. Potremmo stare a nominarne altre come Google, Enel o Luxottica ma da ricordare che molte di queste multinazionali sono indagate per concorrenza sleale. Mercati consimili al monopolio possono essere: Monopolio naturale ove l’unica differenza è che l’impresa monopolista è caratterizzata da rendimenti di scala crescenti( i costi medi di produzione diminuiscono all’aumentare della quantità prodotta). Nel caso si volesse abbattere un mercato di monopolio naturale lo stato deve nazionalizzare le imprese. Un banale esempio di monopolio naturale è quello delle ferrovie italiane, ove la politica liberistica permise di far viaggiare su rotaie non solo le imprese pubbliche come Trenitalia ma anche imprese private come Italo con l’obiettivo di rendere più treni disponibili e a basso costo. Un ultimo mercato simile è quello oligopolistico. L’ oligopolio è un mercato dove vigono poche imprese che producono un bene omogeno con una grande domanda da parte dei consumatori. L’automobile è un esempio perfetto di oligopolio perché dal lato dell’offerta troviamo poche case produttrici(Fiat-Volskwagen-MercedesBenz…) rispetto ai miliardi di consumatori.
Andrea Nonni