“KR46M0”. Questo è il numero su una bara, senza nome, di un bambino di pochi mesi (lo zero indica, infatti , che il bambino aveva meno di un anno) nella camera ardente di Crotone, allestita per ospitare le bare dei profughi morti in mare al largo del mar ionio della Calabria. Può un bambino di pochi mesi lasciare il mondo così, in modo terribile? Convintamente rispondiamo di no, come tutti: Governo e popolo italiano. Un fenomeno terrificante, che sta proliferando nel dibattito politico, è la strumentalizzazione di questa tragedia da parte della Sinistra obsoleta, nel senso letterario del termine. Non daremo colpe a qualcuno, anche se saremmo pronti a sguainare spade a favore del governo Meloni, visto che per gli sciacalli a sinistra ogni evento, anche tragico, è buono per attaccare la Destra italiana. Anziché perdersi in chiacchiere la politica italiana deve trovare una soluzione affinché tragedie come queste non accadano più. Tutto ciò si può fare solo se c’è una cooperazione tra tutti gli Stati europei che sedendosi al tavolo di Bruxelles riformano il trattato di Dublino e mettono in piedi un piano per contrastare i trafficanti che organizzano queste tratte nel mediterraneo in modo disumano, sfruttando disperati per alimentare le proprie tasche.

Ciò si può attuare solo con la collaborazione dei paesi dell’Africa e del Medio Oriente. Questo non basta, in Europa infatti si deve adottare una politica che liberi il continente africano e il Medio Oriente dalle grinfie imperialistiche di molti paesi europei e mondiali. Un esempio eclatante è la Francia che ha usurpato, e continua a farlo, a paesi africani le materie prime lasciando la popolazione nella miseria e nel sottosviluppo; in tutto ciò beffeggiandosi del principio di autodeterminazione dei popoli. Questi appena enunciati sono linee guide che l’Europa deve adottare per fermare queste stragi in mari, ed essi possono essere messi in atto in Italia e chiederli anche in Europa solo dalla Destra, perché abbiamo il coraggio e la legittimazione popolare per farlo.

Josuè Matteo Tagliamonte