La Storia delle Donne a Destra, al contrario di ciò che qualcuno vorrebbe far credere, è estesa e possiede profonde radici, portatrici di grandi ideali e slanci appassionati. E’ una storia di militanza, di servizio alla causa, di fiamma che arde (e non solo nel casalingo focolare di Estia). Indubbiamente, non si tratta di un cammino trionfale, privo di devoluzioni, passi indietro e dotato di scale mobili basate sul genere o sulle quote, e stolto (o, ancor di più, rio) sarei, se raccontassi di un edenico villaggio, in cui uomini e donne avevano pari opportunità di ritrovarsi in vetta: errori, in questo lungo percorso, sono stati commessi da dirigenti di partito poco avveduti, dalla scarsa partecipazione femminile alla politica, ma anche dalla faziosità di certa stampa, sempre pronta a minimizzare o negare la presenza femminile, all’interno dei partiti della Destra Repubblicana (e, tuttora, mi sembra di poter ravvisare questo atteggiamento, pur totalmente smentito dai fatti e dagli incarichi assegnati, a livello partitico e istituzionale, a figure femminili, scelte in base al loro apporto specialistico ed esperenziale). Tuttavia, mi sembra di poter parlare di eguale impegno e dedizione nei militanti (di ambo i sessi), che componevano la base e del partito della Destra, e dei movimenti giovanili, sorti intorno ad esso. In questo spazio, racconterò alcuni casi particolari, conscio dell’impossibilità di proporre una formula generale, tenendo conto della bibliografia e della sitografia a mia disposizione.

JOLE GIUGNI LATTARI Prima donna Calabrese e prima Missina eletta in Parlamento, deputato nella IV legislatura, seppe coniugare la sua passione politica, con la maternità (tre figlie) e la docenza liceale. Donna di profonda cultura e oratoria coinvolgente, protagonista di affollati comizi elettorali, in tutta la Calabria e in tutta Italia. Fu in grado di compattare i parlamentari Calabresi intorno a un tema importante, quale la difesa dello stabilimento metallurgico Pertusola di Crotone e fu autrice di due importanti documenti, “Da maggio a maggio (1963-1968)”, sulla sua esperienza normativa in Parlamento, e “I parlamentari della Calabria”, sulle figure Calabresi e i loro lavori in seno al Parlamento Italiano (sia del Regno, sia della Repubblica, fino alla IV legislatura repubblicana). Esponente dell’ala Micheliniana e, come tale, membro del Comitato Centrale del Partito, per tre lustri, opponendosi a Michelini, in occasione del Congresso Missino di Pescara (VIII), e schierandosi con la componente Spiritualista di Romualdi, Manco, Romeo e Petronio. Allieva di Croce, che fu anche relatore della sua tesi, e quattro volte consigliera comunale di Crotone, città d’adozione per lei, nata a Tripoli da genitori della provincia di Cosenza. Trasformare le idee in azione, essere donna di pensiero, ma anche di risoluzione pratica: questo è il più grande insegnamento di Jole Giugni (sposata Lattari), l’Evita Peron Italiana.

AMALIA BACCELLI Contessa di nascita, divenuta Responsabile Nazionale Femminile del Movimento Sociale Italiano. La sua storia fu inestricabilmente legata a quella di Julius Evola, essendo proprietaria dell’appartamento Romano in cui il filosofo visse e condividendo con il medesimo il vessillo della tradizione. Durante il IX Congresso del MSI, tenutosi nella Capitale, nella sua “Relazione sul mondo femminile”, si scagliò contro “il mito contro natura di un’assoluta, irrealizzabile, uguaglianza tra i sessi e tra tutte le persone, che sacrifica l’amore, la poesia, la grazia, al Moloch del suo inestinguibile odio ideologico e di classe”, mettendo dunque in guardia rispetto ad una parità di genere che non tenesse conto delle peculiarità di fini, strumenti e caratteristiche dei sessi e degli individui, pur nel quadro della tutela del lavoro e di un’equa retribuzione del lavoro femminile, come già sancito dal partito, fin dal 1948. Sotto la sua responsabilità, v’erano le donne militanti nel MSI, per gran parte appartenenti al popolo, impegnate in convegni e attività di volontariato e solidarietà.

GIOVANE ITALIA Nel 1954, nacque la “Giovane Italia”, associazione studentesca, in cui confluirono gli studenti medi, provenienti dal “Raggruppamento Giovanile Studenti e Lavoratori”. Quantitativamente e qualitivamente rilevante fu il contributo femminile alla neonata associazione, fino ed oltre la sua confluenza nel nuovo soggetto, “Fronte della Gioventù”, sorto nel 1971. Sono diverse le figure femminili, che, dalle pagine de “I ragazzi del ciclostile”, si susseguono. Tra di esse: Maria Teresa Magno e Adriana Palomby, membri del primo Direttivo della GI, nel 1950; Marisa Battigalli, responsabile dell’Istituto Verdi di Milano, nell’anno 1951; Laura Lilli, autrice della sottorelazione “La crisi della scuola si accompagna a quelle della famiglia e della società”, durante il I Convegno Nazionale del 13-14 Novembre 1954; Germana Borgia, membro dell’Esecutivo Nazionale, dal Dicembre 1955, sotto la presidenza di Angelo Nicosia; Gigliola Grossi, membro della Direzione Nazionale, sempre dal Dicembre 1955; Anna Maria Cavagnoli, iscritta alla GI Milanese e leader delle manifestazioni studentesche per Trieste e l’Alto Adige, di inizi anni ’60; Daniela Costantini, vice-fiduciaria femminile del liceo Pilo Albertelli, nei primi anni ’60; Marcella Osti, direttore del periodico Bolognese “Vent’anni”; Mara Leoncini, membro del direttivo Fiorentino, sotto la presidenza Russo, a metà anni ’60; Silvana Caradonna e Susanna Gozzo, militanti del movimento e firme del periodico “Donne d’Italia”, negli anni ’60; Irene Mohrhoff, passata dalla Giovane Italia ai Volontari Nazionali; Renata Pannelli, militante Romana e, successivamente, sindacalista Cisnail e Ugl per la scuola; Itala Condemi De Felice, tra i protagonisti delle manifestazioni Romane per l’indipendenza Cecoslovacca, nel 1968, e addetta al ciclostile; Antonietta Romano, ideologa del Fuan Napoletano “Rivolta Ideale”.

ANNI DI PIOMBO Al di là dell’esperienza del Fronte della Gioventù, di cui parlerò più avanti, trattando di Aowyn, in questo paragrafo mi soffermerò su alcune donne, che, madri o fidanzate di alcuni militanti, e militando anch’esse, subirono gli effetti della drammaticità degli Anni di Piombo, perdendo i loro cari, nella spirale di violenza che travolse il nostro Paese. La signora Falvella, madre di Carlo, era una donna del Sud, attiva, fortemente impegnata nella conduzione della famiglia, ma anche a fare la sua parte per il Partito, con attacchinaggi e trasporto del materiale. La sua fede incrollabile non cadde neanche in occasione della tragica dipartita del figlio, perché “passati gli uomini, restano le Idee” e la Signora, per quanto distrutta dall’accadimento, sapeva che il peggior torto che si può fare a colui che cade per un’Idea è rinnegarla; Annamaria Mattei, moglie del segretario proletario della sezione di Primavalle Mario e madre di Virgilio e Stefano Mattei, periti nel “Rogo di Primavalle”, in cui l’appartamento dei Mattei è stato devastato dalle fiamme. Nel 1994, si oppose alla Svolta di Fiuggi, da donna che aveva subìto discriminazioni e aggressioni, solo per essere stata foriera, con tutta la sua famiglia, degli ideali Missini; Sabrina, la fidanzata Italiana di Mikis Mantakas, autrice di una lettera struggente sul suo ragazzo, pubblicata da “La Sfida”, sul numero 9 del 13 Marzo 1975. All’interno di questo testo, smentiva le ipotesi, che, vigliaccamente, alcuni giornali Italiani avevano avanzato sul conto di Mikis, e raccontava dell’attesa per l’ultimo pranzo insieme, che tuttavia mai avvenne. Fu la lettera a cuore aperto di Sabrina a ispirare “Nel suo nome” degli Amici del Vento: “Ragazza che aspettavi, un giorno come tanti, un cinema e una pizza, per stare un po’ con lui […]Ragazza del mio amico, che è morto questa sera, il fiore tra i capelli no, non appassirà…”;

Iolanda Tallarico, militante legata da profondo affetto e affinità a Stefano Recchioni, il quale perì ad Acca Larentia. Lei fu anche l’ultima partner di volantinaggio, il pomeriggio della Strage, e testimone chiave nel rivelare l’assenza di armi da fuoco, da parte del Recchioni, al contrario di quanto sostenuto dalle forze dell’ordine, per coprire e salvaguardare l’agente che, senza motivo valido, aveva sparato ad altezza d’uomo, nello stesso luogo in cui, poche ore prima, i rossi erano stati responsabili dell’attentato ai danni di una sezione Missina; Daniela Bertani fu la testimone oculare dell’ultimo assalto dei comunisti ai danni di un giovane Frontino, ossia Paolo Di Nella. La sera in cui fu colpito, Paolo, accompagnato da Daniela, stava attaccando manifesti per tutto il quartiere Africano, richiedendo che Villa Chigi fosse acquisita dal Comune e, così, aperta ai cittadini. Daniela, dopo aver assistito all’agguato, accompagnò Paolo a casa, non prima di essersi sincerata delle sue condizioni, che, in principio, non parvero gravi. Fu importante il suo contributo nell’identificazione degli aggressori, anche se, attraverso un escamotage legale, non finirono mai in galera; Tuttavia, v’èra un’altra donna, che s’innestò nella storia di Paolo, ossia quella coraggiosa militante, Marina, che, nel momento in cui il Presidente Pertini si recò in ospedale, mentre Paolo lottava tra la vita e la morte, ebbe l’ardire di gridare la sua disperazione, rivolgendosi in questi termini al Socialista Presidente della Repubblica: “Questo è il frutto dell’odio che avete alimentato per quarant’anni: ci stanno ammazzando tutti!”. A questa affermazione, Pertini rispose con un colpevole silenzio, che, però, lasciava trasparire anche la volontà di ripartire senza più odi.

EOWYN Il personaggio più importante, al femminile, del Signore degli Anelli, diede il proprio nome, intorno agli anni ’70, al gruppo femminile del Fronte, risposta da Destra al movimento emancipazionista sessantottino. Fu un gruppo, presente in tutta Italia, a cui aderirono le Frontine (FdG): più rilevanti furono i gruppi di Trieste, Padova e Roma e il suo carattere di novità risiedette nella capacità di dettare nuove linee, anche mediante la pubblicazione del giornale e la partecipazione agli indimenticabili “Campo Hobbit”, organizzati dalla corrente della “Nuova Destra” di Marco Tarchi, vicina ad ambienti Rautiani. Tra le militanti, nella Destra Triestina, particolarmente rosa (ossia, laddove la presenza femminile era numerosa), merita un attenzione particolare Laura Castellani, storica fidanzata del fotoreporter di guerra Almerigo Grilz (morto, tragicamente, mentre svolgeva il suo coraggioso lavoro) e figura di spicco del movimento, che, in un volantino, si esprimeva così: “E’ un movimento di lotta, in cui si riconoscono tutte le donne che: Vogliono sia riconosciuto il loro importante ruolo nella società; Si impegnano affinché ognuna possa avere la possibilità di realizzarsi in qualsiasi campo del lavoro; Lottano accanto all’uomo, per cambiare questa Società, priva di valori.

Contrariamente alle femministe, crediamo che il ruolo della madre sia un’importante funzione, da non svalutare; Non siamo per natura uguali all’uomo e, cercando di imitarlo, dimostreremmo un’inferiorità femminile, che non esiste; Fra uomo e donna non vi deve essere lotta, ma una complementarietà, per la realizzazione di entrambi”. A Padova, le animatrici del movimento erano due sorelle, Stefania (che rivedremo nel paragrafo dedicato alla musica alternativa) e Cristiana Paternò. E ancora, a Roma, Isabella Rauti, oggi Sottosegretario di Stato al Ministero degli Esteri, Presidente di Hands Off Women, con due lauree e un dottorato di ricerca, nonché figlia del leader Missino Rauti; Flavia Perina, figlia dei dirigenti Missini Marcello Perina e Wilma Coppola, giornalista e ex-Direttore del Secolo d’Italia (prima donna a divenirlo), prima che, seguendo Fini nell’esperienza di Futuro e Libertà per l’Italia, rivalutasse tutto il suo passato e sostenesse politiche contrarie, non solo, alla Destra Italiana, ma anche lontane da quelle che, a loro tempo, avevano proposto le ragazze di Eowyn.

GIORNALISMO DI AREA Tra giornali d’area e riviste di partito, nell’Italia Repubblicana, si succedettero generazioni di professioniste di alto spessore, tra cui traggo cinque esempi, che ritengo interessanti, al fine della corrente trattazione: Gianna Preda, che, dismessi i panni di ausiliaria, divenne illustre firma del Borghese, sotto le direzioni di Longanesi e Tedeschi, divenendo, insieme a quest’ultimo, comproprietaria dello stesso, e fondando le “Edizioni del Borghese”. Apprezzata, soprattutto, per via della sua ironia caustica e tagliente; Carla De Paoli, Missina di area Romualdiana, docente di Lettere e penna de “L’Italiano”, rivista diretta dallo stesso politico romagnolo; Grazia Nicolich, redattrice per “Il Conciliatore”, supplemento al “Borghese”, a cadenza mensile; Risella Scagliarini, collaboratrice de “Il Reazionario”, diretto da Buscaroli e animato da alcune delle firme più interessanti della Destra; Nelly Tasnary, giornalista Ungherese, Maritata Anfuso, corrispondente de “Il Secolo d’Italia”, durante la Rivoluzione che animò la sua madrepatria.

MUSICA ALTERNATIVA La succitata Stefania Paternò fu fondamentale come autrice di testi, per i primi successi de “La Compagnia dell’Anello”, come era stato rinominato il “Gruppo Padovano di Protesta Nazionale”, in occasione del Primo Campo Hobbit; Sempre ne “La Compagnia dell’Anello”, performò la musicista Marinella Di Nunzio, che, insieme al fratello, divenne colonna portante, attraverso l’abilità nell’arrangiamento, del gruppo guidato da Mario Bortoluzzi; Cristina Constantinescu, corista degli “Amici del Vento” e fidanzata del leader Carlo Venturino: commoventi nell’alternanza di voci, che produce il duetto in “Fior tra i capelli”. In seguito alla prematura morte di Carlo, a causa di un incidente stradale, Marco (fratello di Carlo), Cristina e suo fratello Fabio proseguono, in maniera blanda, l’attività, attraverso concerti e pubblicazioni di musicassette e cd; DIAN, dotata di una voce melodiosa e affascinante, è sublime interprete di cover dei pezzi più significativi dell’area, riuscendo a riproporle, in modo personale e mai banale.

ANGELA NAPOLI Dopo anni di militanza nel MSI, sempre in prima fila, nella sua Calabria, nella lotta alla ‘Ndrangheta, accadde che, nella Platì sciolta per infiltrazioni mafiose, nel 1991, lei ebbe il coraggio e l’onore di guidare l’unica lista partitica (il MSI), che, sfidando il Moloch criminale, si presentò completamente al femminile, con comizi tenuti dalla stessa Napoli e dall’On. Valenzise, in condizioni proibitive, pur non riuscendo, a causa della scarsa affluenza alle urne, ad imporsi. Successivamente, fu, da Onorevole, insieme al deputato Granata, l’anima antimafia del già citato “Futuro e Libertà per l’Italia”, guidato da Gianfranco Fini.

DONNE DI GOVERNO La prima donna, proveniente dalla Storia della Destra, a divenire membro del Governo, fu Adriana Poli Bortone, nominata Ministro delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali, dopo un lungo cursus honorum, all’interno delle Istituzioni e del Partito; Giorgia Meloni, già Presidente Nazionale di Azione Studentesca e di Azione Giovani, venne nominata Ministro della Gioventù, nel governo Berlusconi IV, varando “Diritto al futuro”, pacchetto di 300 milioni, volto a investire sulle giovani menti, mediante bonus, agevolazioni e prestiti. Infine, nell’Ottobre del 2022, è divenuta il primo Presidente del Consiglio dei Ministri donna. Oltre al Presidente del Consiglio, sono molte le donne che, dopo anni di gavetta ed esperienza territoriale, sono giunte al Parlamento (siano esse della generazione Eowyn, Atreju o Fenix). Inoltre, sia nelle sezioni giovanili, sia nei nuclei universitari, la presenza femminile inizia ad essere cospicua e foriera interprete di nuovi entusiasmanti progetti. Per dirla con le parole di Cesare Cremonini: “La ragazza del domani, con un filo di voce, parla coi telegiornali e dice un sacco di cose…”!

Marco Bilotti