Elly Schlein è ufficialmente il nuovo segretario del principale partito di sinistra, che è quello che poi detiene il potere nei gangli principali della società. Che valutazioni si possono trarre? Tante, alcune meritano una particolare attenzione, soprattutto quelle che possono portare la Destra ancora più in alto.

Sconfitta definitiva della sinistra proletaria

Come si è avuto modo di ribadire in svariate occasioni, la sinistra italiana, da quando è crollato il muro di Berlino e con esso quindi il nefasto regime comunista che per mezzo secolo aveva dilaniato l’Europa, al posto di recitare il mea culpa, ha trovato il modo di riciclarsi, passando dai rubli di Mosca, ai dollaroni del progressismo di matrice liberal americana. Non si trattò nemmeno di un decadimento, almeno non di idee, in quanto nulla di buono l’ideologia comunista ha portato nella nazione, ed era scontato che l’ateismo, l’egualitarismo e l’internazionalismo, una volta fallito l’utopico e distopico progetto marxista, fossero meglio adeguati ai “valori progressisti”. Tuttavia, siccome le vecchie abitudini sono dure a morire, parte del tradizionale elettorato comunista ha continuato a votare per la sinistra, soprattutto perché questa di volta in volta fu capace di continuare a ricorrere alla clava dell’antifascismo militante, quando la Destra iniziava ad affermarsi dopo le inchieste di Mani Pulite, e poi a quella dell’antiberlusconismo, per tornare negli ultimi anni nuovamente all’antifascismo. Tali tattiche, però, alla fine si sono rese sempre più plateali e banali e il consenso è andato scemando, salvo la breve fase renziana. Se alle ultime elezioni avesse vinto Bonaccini, poco sarebbe mutato, a parte il consenso del PD che sarebbe lievemente aumentato, dal momento che sarebbe stato guidato comunque da un uomo che in Emilia-Romagna ha fatto un discreto lavoro di amministrazione. Essendo però state totalmente disattese le previsioni, non sarà lui a dirigere i lavori ma la sua vice. Con lei si arriva al punto più basso della parabola della sinistra italiana, all’incarnazione completa di tutto quello che ha rappresentato il partito del potere negli ultimi trent’anni. Il nuovo segretario- ci perdoni se non usiamo il femminile o l’asterisco, è infatti di cittadinanza svizzera, è multi-milionaria, anche se magari canta ancora l’Internazionale, ostenta la propria bisessualità come fosse un tratto distintivo, ha lavorato per Obama, promuove l’ideologia gender, la società multirazziale e l’abortismo.

Risvolti per il futuro

Dal punto di vista prettamente elettorale l’astensionismo aumenterà notevolmente, e se la Destra farà sentire maggiormente la propria voce sui diritti sociali, come casa, lavoro e salario, potendo attingere ad un patrimonio che le appartiene da sempre, non essendo mai stata né liberale, né liberista, fornendo risposte concrete alle classi sociali più svantaggiate, poi potrà “convertire” taluni ai grandi valori che contraddistinguono la nostra visione della vita, spirituale, eticamente tradizionale e patriottica, attuando la grande rivoluzione culturale che abbiamo sempre auspicato. Per fare ciò non va però sottovalutato il pericolo del nuovo assetto del PD. Il fatto che il sistema abbia scelto una persona che ne è la massima espressione e che può contare comunque su una fetta di persone, se pur ristretta, ideologicamente molto organizzata, deve prepararci all’ipotesi che l’indottrinamento della gioventù si farà sempre più violento e che anche la minima cessione, non all’avversario, ma al nemico, perché chi è portatore di tali degenerazioni è il nemico, sarà da esso percepita come abiura che gli spianerà la strada che vorrà percorrere per isolarci nuovamente e per rendere sempre meno influente e sempre più manipolabile il popolo italiano. Quindi, non gioiamo eccessivamente di quello che può sembrare il tracollo definitivo del Sistema, in quanto tale diverrà soltanto se tutti noi di Destra saremo in prima linea.