In questi giorni, in cui assistiamo ad un crescendo di violenza fisica e verbale, da parte dei Collettivi che animano il nostro Ateneo, è giusto riflettere su alcune loro, pur risibili, argomentazioni. In sostanza, Azione Universitaria, l’On.Roscani, il giornalista Capezzone, i professori relatori, i presenti (siano di Destra o di Sinistra poco importa) al Convegno sul “Profilo nascosto del Capitalismo” sarebbero tutti Fascisti, in quanto essendo assiomatica la relazione Antifascista=Anticapitalista, altrettanto assiomatico sarebbe il suo inverso.

Premesso che essa è una semplificazione fin troppo ingenua e banale, per esser mossa da sedicenti Studenti Universitari, vorrei far notare come non sia la prima volta che i “compagni d’assalto, ma con bei capitali” etichettano gli avversari con il termine “Fascista”, per delegittimarli agli occhi degli altri Companeros e dei loro ascoltatori:

1)”Fascista” era il partigiano Bianco Giorgio Morelli, detto il Solitario, reo di aver criticato, sul suo giornale “La Nuova Penna”, il modo di agire dei partigiani Rossi a Reggio Emilia e in particolare del loro capo, Didimo Ferrari “Eros”, che, dopo aver fatto espellere dall’ANPI Morelli e il suo amico e co-redattore Eugenio Corezzola, ordinò la sua morte, tramite Compagni-Scagnozzi: Morelli se la cavò (almeno per un altro anno) con un polmone bucato e, anzi, cominciò a farsi vedere nel centro di Reggio, con l’inseparabile cappotto, forato dai sei proiettili dei sicari.
2)”Fascisti” erano Ugo Venturini (operaio e padre di famiglia), Carlo Falvella (studente di Filosofia, prossimo alla cecità), Virgilio e Stefano Mattei (figli di un proletario, di 22 e 8 anni), Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola (militanti Padovani del MSI), Mikis Mantakas (Universitario Greco, proveniente da famiglia profondamente antifascista), Sergio Ramelli (studente diciottenne, ucciso per un tema di condanna delle BR), Mario Zicchieri (studente sedicenne), Enrico Pedenovi (Dirigente del MSI, definito “il Missino tranquillo”), Angelo Crescenzio (studente lavoratore, morto per ustioni, causate da una molotov), Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta (uccisi nella “Strage di Acca Larentia”), Stefano Cecchetti (trovatosi in un “baretto di Fasci”, con indosso dei “camperos”), Francesco Cecchin (volato sull’asfalto di un cortile, con le chiavi strette in mano), Angelo Mancia (segretario di una sezione Romana del MSI), Paolo Di Nella (ecologista, quasi ventenne);
3)”Fascista” era Paolo Borsellino, militante nel FUAN di Palermo, negli anni universitari, dotato di saldi valori: chissà se gli assaltatori del nostro banchetto ad Economia erano consci di ciò, quando hanno deciso di prendere i nostri opuscoli, con la foto del Magistrato in primo piano, per strapparli e buttarli nel cestino.

Ergo, “Fascista” era chiunque la pensasse diversamente dalla Sinistra, ma più ci si avvicinava all’Estrema Sinistra, più coloro che erano o sembravano moderati (pur essendo di Sinistra) rischiavano di essere etichettati come “Fascisti”, fedeli al motto Orwelliano “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”: così, a cavallo tra gli anni ’90 e 2000, caddero sotto i colpi delle “Nuove Brigate Rosse”, i giuslavoristi Massimo D’Antona e Marco Biagi, in quanto
promotori di un “progetto neo-corporativo” (stando ai volantini di rivendicazione)

Ecco perché, in conclusione, non mi tangono i loro appellativi, al contrario mi turba il loro modo violento e manicheista di fare campagna elettorale (perché di questo si tratta!), pur intelligibile come emulazione dei loro “cattivi Maestri”: di certo, non indietreggeremo, perché al loro tentativo di infondere paura, risponderemo sempre con la Cultura!
“Su questa nostra terra, un vento soffierà e noi semineremo la nostra Libertà”!

Marco Bilotti