IL FALCO DI SVEVIA: VITA E MORTE DI FEDERICO II

Imperatore, re dei Romani, re di Sicilia e di Gerusalemme, costruttore di grandi castelli in tutto il Meridione italiano, amante della cultura, autore di un trattato sulla falconeria ed egli stesso abile falconiere, fondatore dell’Università di Napoli, ideatore delle prime costituzioni scritte nella storia dell’Occidente e innovatore dello Stato con la creazione di un vasto apparato di burocrati, ma, soprattutto, l’ultimo grande sovrano con un’idea di universalità del potere imperiale, la quale lo porterà a numerosi anni di guerra contro i comuni italiani.

Chi è questo personaggio così avvincente e affascinante da essere, a distanza di secoli, considerato l’esempio per eccellenza di sovrano?Stiamo parlando di Federico II di Svevia, lo Stupor Mundi.Federico nasce il 26 dicembre 1194 a Jesi, nelle Marche, figlio di Enrico VI, imperatore del Sacro Romano Impero e di Costanza d’Altavilla, ultima discendente della famiglia reale normanna degli Altavilla.Rimane subito orfano di padre, qualche tempo dopo anche di madre, finendo sotto la tutela di papa Innocenzo III.Trascorre il periodo della sua infanzia e adolescenza a Palermo, capitale del regno normanno, aspettando la maggiore età per prendere possesso diretto dei suoi territori.Nel 1209 raggiunti i sedici anni viene incoronato solo re di Sicilia dal Pontefice, ma non imperatore  perché il Papa temendo di rimanere schiacciato tra l’Impero e il regno di Sicilia, aveva concesso la corona imperiale a Ottone di Brunswick, duca di Baviera.Il giovane re di Sicilia allora inizia ad organizzare una spedizione contro Ottone, sostenuto dall’Inghilterra, per riconquistare il titolo di imperatore, alleandosi con il re di Francia Filippo Augusto, nel mentre Innocenzo III aveva scomunicato Ottone dopo che aveva tentato di assediare Roma. Così anche il pontefice si schiera con lo Svevo.

Nel 1214 le due fazioni arrivano allo scontro nella piana vicino alla città di Bouvines. Nella battaglia Ottone viene sconfitto e Federico ottiene la dignità imperiale. Torna, quindi, in Italia e comincia a dare una forma la proprio regno, da considerarsi il più avanzato per la sua epoca per le leggi con la promulgazione delle Costituzioni Melfitane, la cultura (alla sua corte nacque il primo esempio di poesia in volgare) e la tolleranza religiosa, infatti i musulmani presenti non vennero cacciati, in un primo momento, ma, dopo una rivolta alla metà degli anni ‘20 del Duecento, vennero deportati nel continente e arruolati nell’esercito, fino a costituire la famosa guarnigione di stanza a Lucera. Sul piano della politica estera l’imperatore si occupa della riconquista e la sottomissione del nord Italia e l’unificazione, tanto temuta dai pontefici, tra regno di Sicilia e Sacro Romano Impero, per poter così coronare il sogno di poter regnare su un territorio unico, senza altri regni che spezzassero i propri domini che rendevano difficili le azione politiche imperiali. A causa di questa politica espansionistica le città lombarde si alleano contro Federico II, il quale nella battaglia di Cortenuova sconfigge la rinata Lega Lombarda catturandone il simbolo, il Carroccio, che viene inviato al Papa. Con l’elezione di un nuovo pontefice, Innocenzo IV, i rapporti con la Chiesa si incrinano a tal punto che, nel 1245,  l’imperatore è scomunicato per la seconda volta (la prima era avvenuta nel 1228).Questa genera una nuova rivolta in Germania, dove la dieta dei nobili nomina un altro imperatore, mentre in Italia i Comuni si riorganizzano. Federico viene sconfitto due volte, a Parma e a Fossalta. Scomunicato e sconfitto militarmente Federico non si arrende, anzi, torna nei propri territori, riorganizza l’esercito per far fronte a una nuova campagna nel Nord Italia, ma purtroppo il fato spesso avversa la volontà degli uomini.Il 13 dicembre 1250, mentre si trova nel palazzo di Fiorentino di Puglia, dove da qualche giorno si trova prostrato a causa della malattia, alcuni sostengono dissenteria altri malaria, lascia la vita. Sic transit gloria mundi.

Arturo Maiorca