I nostri lettori nelle ultime settimane, precisamente quelle della campagna elettorale, avranno sicuramente constatato come molti articoli del nostro blog si sono concentrati sulla denuncia serrata di certa stampa e di certi politici di sinistra, i quali sono riusciti a spostare l’attenzione su argomenti a loro più comodi. Adesso che le elezioni si sono svolte, si spera che certi metodi saranno accantonati e che la memoria non venga meno ai prossimi appuntamenti elettorali, dove certe basse strategie non mancheranno.

Questa premessa si è resa indispensabile, in quanto oggi sarà affrontata la questione della Polonia in polemica con i vertici dell’UE e, in generale, con le sinistre, per una pronuncia della corte costituzionale polacca. Il fatto non è recentissimo e, quindi, il motivo per cui non è stato immediatamente approfondito andava chiarito. Veniamo al dunque. La corte costituzionale polacca ha stabilito che le norme europee che violano le leggi polacche sono da reputarsi incostituzionali, perché antitetiche all’interesse nazionale. Certamente ciò non piace ai membri delle istituzioni europee, né ai due partiti che controllano il parlamento europeo, ovvero quello dei socialisti e il PPE. In Italia, invece, Letta è arrivato a sostenere che i sovranisti di Ungheria e Polonia e, più in generale, tutti i sovranisti sono pericolosi per l’Europa. Quello che Letta, però, non specifica è il perché sono un rischio e per chi. E, soprattutto, nessuno si chiede se quanto attuato sia in accordo con i trattati dell’UE o no. Siccome l’UE non è uno stato federale, ogni singolo paese dispone del diritto di autodeterminarsi e non sarà la burocrazia ad impedirlo. A prescindere dal modello di Europa, differente per ogni partito, certamente per i patrioti e gli identitari non può essere un’istituzione che annulla il valore delle singole nazioni, determinate prerogative non devono essere oggetto di discussione.

I soloni nostrani obietteranno che per essere uno stato membro dell’UE ci sono dei requisiti di carattere politico ed economico da rispettare. La Polonia non ha però inteso violare gli accordi o i trattati con questa norma ma semplicemente di valutare le leggi di volta in volta adottate in rapporto alle proprie, norme che prescindono dai trattati. Se da questi non prescindessero, non sussisterebbe la necessità di legiferare. A completare il quadro c’è un alone di ipocrisia. Come mai il PPE, i socialisti e la sinistra nostrana non muovono le stesse obiezioni alla Germania, nazione nella quale vige il principio di primato della costituzione tedesca? È evidente, ancora una volta, il doppiopesismo. I fatti non si giudicano per le loro caratteristiche ma in base a chi è l’agente. Inoltre, se la sinistra nostrana è la paladina dell’UE, come mai non ha applicato all’Italia una delle disposizioni fondamentali del parlamento europeo in materia di certificato verde, ovvero quella che specifica che non può essere adoperato per discriminare chi non è vaccinato? Come mai alcuni suoi esponenti hanno avuto reticenze a votare, oppure non hanno votato, una mozione del parlamento europeo di condanna tutti i regimi del ‘900, compresi quelli comunisti? Lapalissiano rispondere.