Le parole Destra e Centrodestra sono molto utilizzate nel dibattito politico della nostra nazione. Di centrodestra si parla riferendosi alla grande coalizione formata dai partiti Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, che gioca un ruolo fondamentale all’interno del paese, viste le numerose regioni e giunte comunali che governa e considerati anche i vari anni in cui è stata nel governo nazionale, seppur con proporzioni, rapporti di forza e anche forze politiche diverse.
La definizione di centrodestra nasce nella nostra nazione abbastanza tardi, nel 1994, con la discesa in campo di Silvio Berlusconi e con l’inizio di una nuova fase politica caratterizzata dal bipolarismo.
Oltre all’anomalia che consiste nel fatto che il concetto stesso di centrodestra sia nato tardivamente, a differenza di quanto è accaduto in altri paesi europei, va sottolineato il fatto che durante la Prima Repubblica il potere è stato sempre nelle mani delle medesime forze politiche e questo non ha consentito all’Italia di evitare le distorsioni e la deriva partitocratica che impediva un pieno e autentico sviluppo.
La Destra di allora che era la sola forza di reale opposizione al Comunismo e all’intero sistema dei partiti fu sempre relegata in un vero e proprio ghetto politico. Nonostante le idee, i valori, la tradizione gloriosa e i grandi leader, essere di Destra era una colpa infamante e chiunque appartenesse a quel mondo veniva considerato un nemico da abbattere. Nonostante questo clima di terrore, di odio politico e i numerosi fatti di sangue, i politici del Movimento Sociale italiano e i giovani del Fronte della Gioventù non cessarono mai di militare per le proprie idee ed è per merito del loro sacrificio, del loro impegno e della loro estrema dedizione che, oggi, determinati valori ispirano gran parte del popolo italiano; se non si crede più a un racconto distorto di determinate pagine drammatiche della storia, come la vicenda dei martiri italiani delle Foibe, e i crimini commessi da una parte dei partigiani rossi, durante la seconda guerra mondiale e dopo la sua fine, dobbiamo ringraziare chi ci ha preceduto e non si è piegato.
Ma questo non è l’unico obiettivo raggiunto
La Destra, incarnata, oggi, dal Partito Fratelli d’Italia, è una forza di governo a tutti gli effetti. Ciò è avvenuto per merito di chi ha fondato Fratelli d’Italia, proprio per evitare di disperdere un mondo che era stato spaccato e diviso, in seguito a fatti ben noti, di cui non ci occuperemo; il percorso, però, era già iniziato molto prima, con Giorgio Almirante che fu capace di aprire il suo partito a nuove posizioni e a nuove idee, riuscendo a unire alla purezza delle storiche idee di Destra, la capacità di prevedere i momenti opportuni e di allargare il proprio bacino elettorale. Ha trovato piena realizzazione, poi, con Alleanza Nazionale fortemente voluta dall’onorevole Pinuccio Tatarella. A questa storia, però, mancò un pezzo che oggi sembra essere presente ma che va in tutti i modi rafforzato: bisogna ribadire che chi è erede di questa storia politica è di Destra e non di centrodestra e che è indispensabile non adattarsi ad altre forze politiche.
Alleanza Nazionale fu, senza dubbio, una grande idea e non casualmente fu concepita da un ideologo di eccellenza. L’idea di una Destra protagonista che entrava nel Sistema per cambiarlo dall’interno, in quel momento, non poteva non essere più fruttuosa di una Destra di esclusiva opposizione. Certamente per realizzare un tale cammino era logico dover uscire dalla ristretta cerchia del proprio confine, consentendo a grandi uomini, figli di un’altra formazione, di aderire ad Alleanza Nazionale. Per i primi tempi si seguì questa direzione, poi, una certa classe dirigente del partito, in particolar modo Fini, pensò che far parte di una coalizione di centrodestra significasse non rivendicare più la propria identità di Destra e appiattirsi sulle posizioni dei cosiddetti moderati della coalizione, superandoli anche, in un certo senso. Questo atteggiamento, qualora fosse ripetuto, si rivelerebbe un colossale fallimento.
Il centrodestra deve esserci e deve configurarsi come la futura forza di governo di questa nazione ma non è possibile un centrodestra senza chi in esso ne costituisce la Destra. Spesso i commentatori, gli opinionisti e i giornalisti delle varie aree politiche sostengono la necessità che nel centrodestra vi sia la componente di centro; per quanto ci riguarda il discorso deve valere anche a parti inverse. Si sta presentando un’occasione unica della storia repubblicana d’Italia. Nella peggiore delle ipotesi, si andrà a votare nel 2023 e se, com’è presumibile, la coalizione di centrodestra vincerà, avremo una Destra protagonista, con un peso maggiore rispetto ad esperienze di governo precedenti e con l’orgoglio di appartenere ad una determinata storia politica. Sarà il momento più appropriato per fare riforme economiche e culturali di cui l’Italia ha un forte bisogno e la gente potrà finalmente assistere a un’alternativa di Destra. Viste le sensibilità e i vari spazi dell’Italia, è fondamentale un’alleanza ed è impensabile non immaginare una grande coalizione che raccolga le varie sensibilità della Destra e del Centrodestra. È, nel medesimo modo, fondamentale parlare di Destra, senza pensare che sia una parola da ripulire con il prefisso centro.
Il popolo italiano deve poter vedere all’opera partiti diversi e tra loro compatibili e deve essere anche libero di scegliere un centrodestra diverso da quello conosciuto in questi anni. Va eliminato il tabù secondo il quale il partito che rappresenta la Destra italiana non possa essere alla guida della coalizione come una delle principali forze politiche. A quanti cambiamenti nella storia d’Italia abbiamo assistito? Esattamente come gli avvenimenti prima citati, è da porsi il fine di rendere l’ideologia della Destra preminente, concedendosi anche una sana competizione con chi è alleato ma sempre nella misura in cui non si avvantaggino gli avversari politici, appartenenti alle varie sinistre.
È, fra l’altro, impossibile credere di poter scardinare certi sistemi di potere e di baronie della sinistra senza le battaglie di chi più strenuamente e da sempre si oppone a certi schemi. Tutto deve essere parte di una grande rivoluzione che deve partire da noi giovani militanti patrioti e identitari.