Una dichiarazione del coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, ha destato molte polemiche strumentali, come accade ogni volta che si sfida il Politicamente Corretto. In un discorso molto ampio nel quale si parlava di famiglia e dell’importanza che i figli ricoprono nella nostra società, Tajani ha dichiarato che non esiste famiglia senza figli.

La frase estrapolata e letta con malafede può sembrare un’offesa rivolta alle coppie che, per svariati motivi, magari, non hanno procreato. In realtà, probabilmente, si voleva intendere che è alquanto difficile attuare politiche a sostegno della famiglia, senza avere come obiettivo il tema della natalità e della crescita demografica. A prescindere da tale dichiarazione, è importante fare una riflessione generale sull’argomento, se consideriamo chi sono i protagonisti delle polemiche.

Tutte le volte che si parla di natalità e di famiglia tradizionale, alcuni politici e alcuni esponenti dell’intellighenzia di sinistra sollevano inutili polveroni, arrivando, evidentemente, anche a negare principi basilari. Il termine famiglia da sempre indica una società naturale fondata sul matrimonio con una prole. Nessuno intende negare l’affetto, l’amore e i sentimenti che dovrebbero esistere in tutte le coppie e in tutte le unioni; la famiglia, però, ai sensi di legge, non è normata sui sentimenti ma su dei doveri e dei diritti. È un istituto che preesiste alle nazioni ed è il primo vero nucleo sociale nel quale un individuo si forma.

L’ assurda pretesa del Relativismo Culturale è trasformare valori non negoziabili in qualcos’altro, non dando a ogni cosa la giusta definizione. Un individuo fa le sue scelte sentimentali e affettive e non è compito dello stato dare ad esse giudizi; allo stesso modo, però, non deve passare in alcun modo il messaggio secondo il quale, a prescindere dalle scelte, il risultato è sempre il medesimo, soprattutto se sono tirate in causa questioni di primaria importanza.

Quanto accaduto recentemente è da inserire nel percorso avviato da chi crede che i tratti identitari, le radici e la cultura della vita siano il male di questa società. Quando ci sono le elezioni, anche i partiti progressisti riscoprono momentaneamente le politiche sociali a favore della famiglia, anche se tralasciano- non casualmente- l’aspetto etico. Una volta arrivati al potere, tutto si rivela estremamente fumoso e,addirittura, la sistematica violenza alla sacralità della famiglia conosce una notevole climax. Associazioni pro vita, per il solo fatto di esprimere posizioni di buon senso, come quella secondo la quale è meglio evitare un aborto e salvare una vita, vengono descritte come medievali e pericolose, da censurare. Dicono che va difesa l’autodeterminazione delle donne ma a sinistra non si pongono il problema di una donna che pratica l’aborto perché non trova alternative e non è,quindi, libera di scegliere. Ciò accade perché secondo i nuovi dettami del Pensiero Unico, deve sempre prevalere la cultura della morte. Chi dice che gli italiani devono tornare a procreare e chiede un imponente piano di sostegno economico alla natalità viene descritto come un fascista. Non è, magari, semplicemente, una persona che nota l’elevato tasso di denatalità del popolo italiano?

Usualmente dicono che non odiano la maternità e l’idea che si possa procreare: per quale motivo, allora, contestarono la messa in onda di una pubblicità della Chicco che semplicemente invitava a riempire nuovamente le culle?

Tre indizi fanno una prova ed emergono in modo inequivocabile le perverse volontà dei progressisti: rendere qualsiasi cosa famiglia (tra un po’ anche gli alberi piantati vicini, forse) per arrivare a negare quei diritti fondamentali che si danno a chi genera i figli, in modo umano e naturale, senza ricorrere alla barbarie dell’utero in affitto, facilitare l’aborto e impegnarsi affinché ad esso non ci siano alternative e rendere sempre più difficile per una coppia mettere al mondo un bambino, cosa che, logicamente, va collegata all’ingente ondata migratoria proveniente dall’ Africa. Il ciclo, in questo modo, si chiude: distruzione delle radici e dell’identità e sostituzione dei popoli europei; questi sono i loro reali obiettivi che, in passato, si sforzavano di nascondere e,ora, invece, rivelano in modo palese. Da Saviano che dichiara che bisogna accogliere come minimo un milione di immigrati per ripopolare il Sud, alle pagine social dell’UE in cui è stata pubblicata come immagine di sponsorizzazione quella degli africani con la scritta “Future”.

Da giovani patrioti continueremo a trattare questo argomento e a denunciare il profondo decadimento morale e spirituale che la nostra civiltà sta subendo. Chi ci conduce quotidianamente a un gradino sempre più basso del baratro deve sapere che la nostra gioventù non si arrende e che non è manipolabile. Non bisogna arrendersi a chi pensa di distruggere la nostra civiltà, mettendo il nostro popolo nelle condizioni di farsi sostituire.