Negli Stati Uniti, dopo un anno di chiusura a causa dell’emergenza sanitaria, riapre il parco Disneyland. Per l’occasione si è scelto di realizzare una nuova attrazione dedicata a una celebre scena di una fiaba molto nota: il bacio che il Principe Azzurro da a Biancaneve, nell’omonima fiaba.
Stupirebbe dover raccontare questa storia, se la furia del Politicamente Corretto non si scagliasse contro questa immagine. Qual è la colpa del Principe? Baciare la fanciulla senza il suo consenso.

La prima domanda che sorge spontanea è: in amore nessuno ruba un bacio alla propria amata? Se i neotalebani dell’Occidente avessero letto la fiaba in modo opportuno o avessero visto il cartone animato Disney, saprebbero che nel bacio del Principe è racchiusa la forza dell’Amore in grado di superare la morte e la malvagità. C’è, quindi, un messaggio per i bambini assolutamente positivo e sano, sicuramente migliore di quelli che vengono propinati, oggi, in numerose circostanze. Il pensiero degli iconoclasti che porta a considerare, quindi, il bacio una celata forma di violenza è, anche in questa situazione, il frutto di una profonda ignoranza e di un nichilismo esasperato.

Va attenzionato un aspetto specifico di questa e di altre vicende: l’utilizzo di temi importanti accompagnato da una strumentalizzazione abietta: lo stupro, o atti simili- di ciò è accusato il Principe della fiaba Biancaneve- è una piaga della nostra società e quanti commettono tale crimine devono essere puniti con rigore e senza clemenza. Ricorrere a un dramma, però, per censurare ed eliminare una fiaba che ha accompagnato e formato intere generazioni di bambini è miserevole e pericoloso. Un classico di natura popolare portatore dei migliori valori cui un uomo può ambire, quali l’amore, il rispetto per la donna amata, il coraggio e la virtù non può che generare buoni sentimenti ed educare al ripudio degli atti immondi che il Politicamente Corretto dichiara di voler combattere.

La verità, come abbiamo avuto modo di constatare altre volte, è che ci sono taluni che hanno deciso di distruggere sistematicamente tutto quello che nel mondo occidentale definisce in modo evidente l’identità dei popoli. Biancaneve è una fiaba di natura popolare, che i fratelli Grimm, dotti letterati e filologi, decisero di mettere per iscritto insieme a tanti altri racconti, proprio perché erano consapevoli dell’ enorme patrimonio valoriale e conoscitivo che portava in sé. La tecnologia, poi, si è evoluta e grandi classici della letteratura sono diventati oggetto di film e cartoni animati. Allo stato attuale, invece, la tecnologia è di un’epoca che ha perso totalmente il senso dell’uomo, dello spirito e della storia. Qualunque cosa continui a star qui è pericolosa, perché mette l’uomo nell’ottica di autocoscienza e consapevolezza. Per i burattinai del Politicamente Corretto, invece, la strada da perseguire è quella che conduce gli individui e i popoli al mero consumismo e alla privazione di qualsiasi fattore etico e morale; questa strada inquietante, a quanto pare, va intrapresa sempre più presto, già dalla tenera età.

Altro fattore che stupisce è la totale assenza della voce degli esponenti dell’Intellighenzia di Sinistra in questa e in altre situazioni. Qualche giorno fa, Scanzi, in televisione, si è scagliato contro un suo collega, Francesco Borgonovo, accusando gli esponenti di Destra di non avere intellettuali di riferimento. A parte l’ovvia menzogna che non analizzeremo qui, visto che la cultura di Destra( sulla quale è presente un articolo nel blog che potete leggere) è molto articolata e figlia di vari poeti, giuristi e filosofi, qualcuno dovrebbe chiedere a Scanzi come mai a difesa dei testi classici, delle opere d’arte, dei film, dei cartoni e di tutta la migliore cultura non si son visti i dotti di sinistra ma i presunti ignoranti di Destra. Non sarà forse che i progressisti e i globalisti nostrani si stanno preparando a sposare appieno le cause del Politically Correct di matrice atlantista per diffonderle in Italia, spacciandole per nuove forme culturali, un po’ come fecero con il ’68? In tal caso, troveranno noi, come sempre, a difesa della cultura e dell’identità.