In questa giornata ricorre un anniversario mesto per la cultura e la filologia classica, quello della morte di Goffredo Coppola, insigne studioso di latino e di greco, noto per i suoi studi sul poeta Callimaco. Venne fucilato a Dongo il 28 aprile del 1945 e il suo cadavere fu esposto a Piazzale Loreto. Si tratta di una di quelle persone vittime della macelleria messicana, come giustamente venne definita anche dagli antifascisti. Lui non aveva partecipato a nessun atto di guerra e non aveva commesso alcun crimine ma , semplicemente, pagò la propria fede politica. La figura di Coppola per molti anni rimase nel dimenticatoio, fino a quando non vennero riscoperte le sue opere, di cui si comprese l’estremo valore.

C’è una notizia recente che merita di essere trattata e credo di aver scelto, quindi, il giorno opportuno per commentarla: la decisione dell’ università degli Stati Uniti Howard (la più prestigiosa) di eliminare gli studi classici perché ritenuti il simbolo dell’ uomo bianco suprematista.

Chi si oppone da sempre alla deriva del Politicamente Corretto e la denuncia, forse, troverà un po’ di comprensione anche tra gli intellettuali illuminati di sinistra (si spera!). Va chiarito, innanzitutto, che è alquanto arduo trovare tesi e argomentazioni razziste nei testi degli autori greci e latini. Chi ha la fortuna di studiare la civiltà classica ha modo di conoscere la letteratura greca che si impose in tutti i territori della Persia, nell’ Italia meridionale, fino a conquistare i Romani. Certamente i greci delle varie poleis erano orgogliosi della loro patria ed erano legati alla vita politica e ciò non impedì loro di sviluppare la propria curiosità, di viaggiare e di descrivere gli usi e i costumi degli altri popoli. Questa è una lezione formidabile per tutti noi. Roma, dall’ essere un modesto centro rurale, in pochi secoli diventerà la città più temuta e potente. Sotto la sua influenza vivevano popoli di diverse culture che venneno preservate e, in casi di grande compatibilità, divennero parte integrante di Roma e dei territori dell’ Impero, insegnando ai romani cose prima ignote, come la letteratura, la filosofia e la scienza. Famosa, in tal senso, è la massima del poeta latino Orazio: “la Grecia conquistata conquistò il feroce vincitore”.

Naturalmente i talebani dell’ Occidente diranno che la civiltà greco-romana era retta da leggi disumane ed è proprio questa la deriva del Politicamente Corretto: ritenere che tutto quello che non corrisponda a determinati canoni meriti la distruzione e non solo un’ opera letteraria o un gesto satirico di un contemporaneo ma anche quanto appartiene al passato. Noi moderni ripudiamo la schiavitù ma non possiamo a posteriori condannare Aristotele che la teorizzava quando questa era considerata normale, dal momento che era una caratteristica di tutte le grandi civiltà del tempo. È importante sapere e conoscere il contesto storico, altrimenti è impossibile capire il perché degli avvenimenti.

Ciò che hanno stabilito i dirigenti di Howard è il risultato di un percorso già avviato da tempo, che ha iniziato a prender forma lo scorso anno, con l’ imbrattamento e l’ abbattimento delle statue e con la rimozione di determinati film e cartoni animati dalle piattaforme. Tale percorso vuole condurre la civiltà occidentale alla deriva, infondendo negli uomini il senso di colpa dell’ essere europei, occidentali e anche cristiani, in modo tale che essi accettino di buon grado che la propria cultura e la propria storia vengano cancellate e le radici estirpate violentemente.

Lo studio del latino e del greco va abolito perché rischia di formare una classe dirigente non allineata ai dettami della grande finanza speculativa. Un futuro giurista, medico o anche economista che ha nel cuore gli insegnamenti preziosi di Platone, Omero, Cicerone e Seneca magari non accetterà di odiare la propria patria e di esaltare la società liquida, del consumismo e della mercificazione, quindi, determinati gruppi di potere risolvono il problema a prescindere. Quando i laureati e quelli che dovrebbero essere alla vetta della scala sociale saranno dei meri tecnici, il Sistema non correrà alcun rischio.

Un tale vento inquietante non poteva non partire dagli Stati Uniti. Quando c’era il Muro di Berlino il male prendeva forma nel Comunismo, anche se gli USA non mancavano di produrre fenomeni degenerativi come i moti del ’68. In seguito alla dissoluzione del Comunismo, gli aspetti degeneri dell’ ideologia marxista hanno trovato nuova vita nel Capitalismo più sfrenato.

La voglia di eliminare dal panorama didattico gli studi classici inizia timidamente a far sentire la propria presenza anche nella nostra nazione; Emma Bonino, non molto tempo fa, ha sostenuto che in Italia ci sono troppi latinisti; dato assolutamente falso , perché le facoltà umanistiche sono quelle con meno iscritti; il liceo classico è stato definito in molti ambienti progressisti inutile e vecchio. Recentemente, la pagina Facebook del vocabolario greco Rocci è stata assalita da commenti vergognosi, a causa di una semplice battuta ironica.

Questo clima inquietante deve essere osteggiato e combattuto dai movimenti politici fondati su valori nobili quali il patriottismo, il tradizionalismo e il conservatorismo. Gli esponenti di questi partiti hanno, giustamente, innumerevoli volte denunciato il fatto che in Italia le scuole tecniche non siano al passo con i tempi e che settori strategici della nostra economia come l’ artigianato e l’ industria non siano trattati nel modo giusto. Nulla di più vero! Il problema, però, non si risolve attaccando la cultura umanistica, come fanno alcuni progressisti,  ma migliorando le condizioni delle altre formazioni e dando ai giovani che vogliono lavorare in determinati settori la possibilità di realizzarsi. Bisogna ritornare alla tradizionale impostazione del nostro sistema d’ istruzione, il più completo e il più formativo, se paragonato a quelli delle altre nazioni occidentali, investendo sulle nostre scuole e sulle nostre università ed eliminando quelli aspetti deleteri come il meccanismo attuale di assunzioni nelle università, la mancanza di merito in tanti settori e il non collegamento degli studenti universitari al mondo del lavoro.

Va rifiutata, quindi, in toto la narrazione di taluni che disprezzano il nostro sistema di istruzione, perché il problema non va risolto nella teoria ma nella pratica, evitando di farci influenzare dai modelli stranieri, soprattutto quando sono deleteri e pregni di teorie politicamente corrette. Solo così sarà definitivamente risolta la questione della formazione tecnica dei nostri istituti e ridato il valore giusto alle pietre miliari della nostra civiltà. Se prevarrà il modello di una certa Sinistra globalista, perirà il sapere umanistico, insieme a tutti i valori ad esso connessi, e nulla rimarrà di quel sistema di lavoro fondato sulle piccole aziende, l’ artigianato e il commercio, che verrà totalmente sostituito dall’ e- commerce e dai grandi colossi transnazionali.

Chi legge gli articoli del nostro blog sa qual è il nostro punto di vista e conosce il nostro impegno nella trattazione di certi temi. Continuerete a trovare riflessioni come questa, visto che non abbiamo la minima intenzione di spianare la strada a chi si impegna sistematicamente a relativizzare tutto e a distruggere l’ enorme patrimonio culturale che i nostri padri hanno lasciato alla nostra nazione, all’ Europa e all’ Occidente. Nulla sarebbe esistito dell’ Europa senza la Grecia e senza Roma. Nulla della letteratura, del diritto, della scienza, della filosofia e dell’arte; senza i classici la libertà per la quale i nostri antenati hanno combattuto e per la quale, oggi, noi, nel nostro piccolo, combattiamo, non avrebbe avuto importanza e non sarebbe stata il motore di tutti i momenti importanti della nostra storia come la battaglia di Lepanto, il Rinascimento, l’ Unità d’ Italia e la Grande Guerra.