Di Unione Europea si sente parlare molto spesso. È uno degli argomenti maggiormente trattati, fondamentalmente perché, come progetto, assolutamente bello nella teoria, è stato attuato in modo fallace e non è stato in grado di dare ai cittadini delle varie nazioni le risposte di cui avevano bisogno.

Per analizzare bene la tematica,  occorre partire dalla radice del problema, spiegando nel dettaglio com’ è nata l’ UE, perché e ponendosi quali obiettivi.

Il progetto nasce dopo la Seconda Guerra Mondiale, con lo scopo di creare quelle condizioni ideali di pace e di benessere, che evitassero il ripetersi di disastrosi eventi bellici, costante della storia europea, non soltanto del secolo scorso, ma di tutte le epoche, in seguito alla caduta dell’ Impero Romano d’ Occidente. Il processo di integrazione fu assolutamente faticoso e lungo, soprattutto negli anni in cui il mondo si suddivideva tra l’ influenza degli USA e dell’ URSS.
In seguito alla caduta del Muro di Berlino e alla dissoluzione del Comunismo, in tanti avevano pensato che fosse giunta l’ occasione per affermare il principio degli stati sovrani che avrebbero contribuito a formare un’ Europa fondata sul rispetto delle singole identità nazionali e sulla consapevolezza dei grandi valori comuni, autorevole e capace di affrontare le sfide. Ciò purtroppo non è accaduto.
La grande globalizzazione, la disoccupazione giovanile, la crisi culturale e l’ immigrazione, tutti temi importantissimi, non possono essere gestiti da una perfetta macchina burocratica, difficilmente identificabile, qual è l’ UE.

Le competenze dell’ Unione Europea sono molto varie e , spesso, inutili, poco risolutive e nocive

Per chi considera l’ assetto attuale assolutamente intoccabile e quasi considera criminale contestarlo è difficile vedere la realtà. Se abbiamo interi organi che, di volta in volta, si occupano di questioni futili, come gli standard di un determinato prodotto agricolo e le quote latte, ma non sono in grado di garantire politiche economiche che avvantaggiano tutti gli stati e non solo alcuni, con quali modalità potrà essere garantito il benessere delle nazioni? Se tra le priorità c’è soltanto l’ Erasmus e la possibilità di muoversi facilmente, cose certamente non da poco, e non si spende un minimo di attenzione per investire nel lavoro, nella natalità e nella famiglia, in che modo possiamo garantire una continuità delle generazioni future?

Migliorare l’ assetto attuale significa, innanzitutto, dare potere agli organi europei eletti dai cittadini, in tutte le materie come la politica estera, il mercato unico, le esportazioni e la moneta, dando piena autonomia agli stati sovrani sulle decisioni più vicine ai cittadini, non vincolanti per l’ intera comunità.

Questo consentirebbe, ad esempio, di non dover competere con le economie di nazioni che non rispettano determinati standard di produzione. In Politica Estera, finché prevarranno le spinte momentanee delle singole nazioni, come il neocolonialismo francese a danno di intere nazioni africane, il problema migratorio non potrà essere risolto.
Nell’ utilizzo della moneta unica, definita, in tanti casi e in modo impreciso, irreversibile, bisogna interrogarsi.
Se si sceglie di continuare a usufruirne, si deve ricorrere a regimi fiscali tra loro più simili, in modo che determinati paesi non si arricchiscano a discapito di altri.

Questi problemi si risolvono con una serie di riforme istituzionali e con programmi politici a lungo termine. Soprattutto, però, non deve mancare una rigenerazione culturale europea.
Nell’ UE non c’è nulla che si richiami, di fatto, alle radici culturali millenarie e, se queste mancano, su quale base un italiano, un tedesco, un francese e  un polacco potranno sentirsi, pur rimanendo ben legati alla loro patria, parte di una grande comunità?

Il mondo occidentale ha conosciuto varie fasi di decadenza nella propria storia ma ha sempre trovato la forza di risollevarsi. Una grande civiltà come quella greco- romana ha posto le basi dell’ attuale cultura europea che ha conosciuto un notevole sviluppo, anche nei secoli successivi.

È un diffuso pregiudizio quello secondo cui l’ unica eta’ aurea sia quella classica.
La religione cristiana ha potuto creare una nuova civiltà e ha riportato in vita buona parte dello spirito classico, giungendo a una sintesi hegeliana tra vecchi e nuovi valori.

Se studiamo la storia, ci rendiamo perfettamente conto di quanto sia immensa l’ Europa; dalle cattedrali, simboli cristiani per eccellenza, alle colonne greche presenti in tutti i monumenti, alle grandi correnti letterarie e filosofiche, fino agli scambi culturali tra gli artisti, i poeti e i dotti delle varie nazioni.

Oggi, determinate fasi storiche e determinati valori andrebbero ribaditi. Una politica umana, che ha come principale finalità, realmente, il benessere degli uomini non può prescindere dalla cultura, che genera consapevolezza; se essa manca, non si può costruire una superpotenza in grado di contrapporsi alle nuove e grandi economie e al tentativo costante di indebolimento dell’ identità. La finanza speculativa e tutti i nuovi muri di questo tempo vanno abbattuti ed è possibile farlo solo in presenza di grandi soggetti politici.

Gli equilibri internazionali necessitano non solo della politica cinese e americana ma anche di quella europea.

A chi leggerà, sia chiara una cosa: nella comune vulgata imposta da alcuni, siccome il mondo politico e culturale della Destra è tendenzialmente sovranista, non è credibile quando invoca i concetti legati all’ Europa. Non c’è nulla di più falso. Gli autori che rappresentano ideali fondati sul tradizionalismo, il conservatorismo e l’ identità hanno speso la loro intera vita per valorizzare la civiltà europea.  Sovranismo significa difesa dell’ interesse nazionale e del popolo, non a discapito di altri paesi ma di chi ne compromette la libertà. L’ Italia, da sola, non è in grado di competere, esattamente come non lo sono altri paesi ma, non per questo, deve cedere sovranità. Ha il sacro diritto di avere un’ amministrazione che corrisponda alla volontà popolare e di vivere in un contesto europeo scelto dai cittadini, in condizioni di parità, che intervenga sulle pretese nazionali, solamente quando compromettono la comune serenità. Si potrebbe, fra l’ altro, affermare che, quando l’ UE si è prestata ai giochi di singole nazioni, ha accontentato totalmente tutti gli enti sovranazionali, il cui unico scopo è la frammentazione.

Come Azione Universitaria continueremo a trattare l’ argomento e a interrogarci su nuove soluzioni al problema. In questo tempo, può sembrare pura speculazione riflettere sulle istituzioni europee a livello teorico; in realtà, il problema tornerà con estremo vigore, nel periodo successivo al Covid 19. La crisi attuale avrà gravi effetti nei prossimi anni e dobbiamo tenerci pronti.