Siamo arrivati all’ultimo di tre articoli, dove vorremmo dire la nostra sulla situazione politica attuale collegata alla pandemia.
Del fatto che non ci sia più il governo Conte II si può in parte essere felici dato che riteniamo convintamente che la strada migliore per risolvere definitivamente lo stallo e la crisi dell’ Italia siano le elezioni e dunque non siamo entusiasti della nascita di un governo tecnico. In ogni caso, partendo da quello che è il nostro mondo, ci auguriamo che il nuovo Esecutivo, a prescindere da quanto durerà, cambi rotta. Speriamo non vengano iterati i medesimi comportamenti dello scorso anno e speriamo non ci si renda conto dell’ esistenza dell’ università soltanto nei mesi di maggio e ottobre, come ha fatto il ministro Manfredi. A prescindere da idee e posizioni politiche che potrebbero essere in contrapposizione con quelle di chi è al comando, sarebbe opportuno porsi degli obiettivi a lungo termine per poter progressivamente incominciare ad affrontarli. Alquanto difficile credere che i danni qui esposti siano una questione di parte. Riguardano il futuro professionale e morale di tutte le giovani generazioni. Un futuro, fra le altre cose, che già era abbastanza compromesso prima dell’ inizio della pandemia. La storia di ci insegna che dalle avversità si può arrivare ad una rinascita e che l’ ingegno degli uomini ha la possibilità di mostrare effettivamente quanto vale. Adesso bisogna decidere se quanto stiamo affrontando da un anno rimarrà disastroso o se può essere un mezzo per arrivare a delle risoluzioni definitive.